Tulliani scaricato dall'avvocato
Povero Giancarlo Tulliani, per un appartamentino in Costa Azzurra si è fatto terra bruciata attorno. Scaricato dal governo di St Lucia. Scaricato da Montecarlo, che lo considera un inquilino scomodo alla corte dei Grimaldi. Scaricato dal cognato. E ora anche da uno dei suoi avvocati. Dal team legale che segue il fratello di Elisabetta nei guai monegaschi, si è infatti sfilato Michele Giordano. Quello che aveva raccolto le sue confessioni via sms. «E' una decisione concorde, resta invariato il rapporto personale e il sostegno morale all'intera famiglia», assicura Giordano. Sarà, ma già nelle ultime settimane di settembre l'avvocato si era messo in ferie prendendo una posizione più defilata su una vicenda che per lui è cominciata come una vertenza patrimoniale tra la famiglia Tulliani e Gaucci e poi si è trasformata in uno scontro politico. Eppure all'inizio Giordano sembrava agguerritissimo. A luglio del 2009 si rivolge al Garante della Privacy per togliere dalla Rete l'ormai famoso video di Ely e Luciano che venne mandato in onda da «Striscia la Notizia» nel 2007. Il Garante risponde fornendo indicazioni di carattere generale (e non con un provvedimento prescrittivo). In sostanza, la Tulliani può chiedere ai siti che hanno pubblicato il video di non renderlo reperibile ai motori di ricerca. Giordano scrive a numerosi blogger, chiede di avere conferma dell'avvenuta cancellazione «entro e non oltre cinque giorni». E informa che copia della lettera è stata spedita alla polizia postale. Un mastino, dunque. Ma ora non si tratta più di difendere solo il buon nome di Elisabetta, il gioco si è fatto più duro e la posizione del nuovo cliente – il rampante Giancarlo - troppo compromessa. Meglio dunque levarsi dall'impiccio lasciando la difesa nelle mani di Carlo Guglielmo Izzo e del figlio Adriano. Studio ai Parioli, Izzo senior a metà degli anni Novanta finisce sulle cronache giudiziarie: nel '96 il Consiglio Superiore della Magistratura apre una procedura per il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale per 5 magistrati, accusati da Stefania Ariosto di frequentazioni sospette con Cesare Previti in particolare per la loro partecipazione a un viaggio negli Usa a spese del senatore in occasione della premiazione di Craxi a «Uomo dell'anno». Fra questi, spunta anche il nome di Carlo Guglielmo al tempo consigliere della Corte d'Appello di Roma. L'anno dopo il Csm chiude la vicenda con quattro archiviazioni. Per tre di questi, fra cui Izzo, la decisione è conseguente al fatto che nel frattempo hanno lasciato la magistratura. Oggi l'avvocato Carlo Guglielmo e il figlio difendono il cognato di Fini a colpi di controdossier da costruire grazie a indagini in proprio. Si confrontano tutti i giorni con Giulia Bongiorno, e a volte con l'ex parlamentare di An Giuseppe Consolo. Anche lui, come Izzo senior, non è finito sui giornali solo per il caso Tulliani. Nel 2002, quando era già docente associato di Diritto Pubblico alla Luiss e aspirante cattedratico all'Università di Cagliari, venne denunciato da una lettera anonima per «plagio letterario». Consolo vinse infatti il concorso a professore associato di Istituzioni di Diritto Pubblico grazie a due saggi che, secondo la denuncia, sarebbero stati il risultato di un disinvolto collage di testi giuridici pubblicati qualche anno prima. Consolo, ovviamente, negò tutto. Di lui i giornali sono tornati a occuparsi nel maggio di quest'anno, prima che scoppiasse il gran casino di Montecarlo: il deputato del Pdl ce l'aveva con i vigili di Roma per le troppe multe ai parlamentari: agli atti della Camera rimane la sua denuncia di «atteggiamento pretestuoso» degli uffici della Municipale. Una sortita inattesa per l'elegante Giuseppe, marito di una Romanov, a capo di uno dei più prestigiosi e avviati studi legali capitolini, terzo contribuente di Roma e diventato nel '94 il «Giuseppe battista» di quei «magnifici cento» grandi elettori della destra romana. Molti di questi, compreso Storace, oggi sono diventati dei nemici.