Fli prova a diventare partito Ma ha un futuro senza soldi
Il problema vero sono i soldi. Quelli che servono per mandare avanti la «baracca» e per aprire le sedi. Su tutto il resto i finiani hanno abbastanza chiaro quello che sarà il percorso che inizia oggi pomeriggio alle due nella sede di FareFuturo in via del Seminario e che porterà entro gennaio alla formazione del nuovo partito di Futuro e Libertà. Salvo improvvise accelerazioni se la situazione politica dovesse precipitare e si dovesse andare ad elezioni anticipate. Perché i finiani si stanno muovendo proprio per essere pronti per il voto. Nel migliore dei casi per quello delle amministrative della prossima primavera. La road map la fissa Fabio Granata: «Oggi si insedierà il comitato fondatore del partito, ne faranno parte tutti i deputati, i senatori e gli europarlamentari di Fli. Mercoledì ci incontreremo a Palazzo Marino per sei ore a porte chiuse con 30 intellettuali che daranno il loro contributo alla stesura del manifesto del nuovo soggetto politico. Il 6-7 novembre ci incontreremo a Perugia per porre le basi del partito che nascerà l'ultima settimana di gennaio a Milano». «E la scelta di Milano – conclude – non è casuale. Saremo un partito nazionale e non un partito del Sud, come spera invece qualcuno». Silenzio, almeno ufficialmente, su chi sarà il coordinatore del nuovo partito. Si sa però che dovrebbe essere affidato, con tutta probabilità, a Adolfo Urso. Il quale però a quel punto dovrebbe lasciare l'incarico di viceministro allo sviluppo economico. Cosa che l'esponente di Fli potrebbe anche accettare di fare – sebbene a malincuore – ma con la garanzia di essere poi nominato segretario del partito. Promessa che in questo momento Gianfranco Fini non è assolutamente disposto a fare. Ma se Adolfo Urso resta in pole position attorno a lui ci dovrebbe essere un comitato più allargato con Menia, Moffa, Bocchino, Viespoli, Della Vedova, Briguglio e Granata. Il «nucleo» centrale potrebbe però anche essere allargato e c'è chi ipotizza l'innesto di altre figure, che potrebbe far lievitare il numero fino a 14 membri. E tra questi potrebbero esserci la direttrice del Secolo d'Italia Flavia Perina e Luca Barbareschi. Ancora aperta anche la vicenda delle sedi dove Futuro e Libertà dovrebbe trovare casa. Oggi la riunione si svolgerà negli uffici di FareFuturo e probabilmente nei prossimi mesi sarà proprio il periodico a restringersi e a cedere alcuni spazi ai gruppi parlamentari. In piedi c'è una trattativa per un palazzo in via del Seminario, proprio davanti alla sede della rivista che fa capo alla Fondazione del Presidente della Camera, ma il prezzo è eccessivamente alto. Almeno per le attuali possibilità finanziarie del gruppo dei finiani. Che al momento sono quasi pari a zero. Gli uomini di Fli nutrivano infatti molte speranze nella spartizione del «bottino» che si trova nelle casse di Alleanza Nazionale ma le dimissioni di Pontone dal comitato dei garanti hanno bloccato tutto. Così ora tutto è affidato a una difficile mediazione con gli ex di An. E il punto di incontro potrebbe essere quello di cedere a Futuro e Libertà una ventina di milioni sui circa 80 complessivi. Per quanto riguarda l'organizzazione sul territorio, il nuovo partito almeno all'inizio dovrebbe reggersi molto sulla comunicazione sul web e sui siti, affidandosi alle due «gambe» di Generazione Italia e di FareFuturo. «Non vogliamo far nascere una struttura già vecchia – spiega Silvano Moffa – dobbiamo trovare nuove forme di partecipazione, sfruttare la comunicazione che viaggia su internet». E Gianfranco Fini? Per il momento non si dimetterà da Presidente della Camera. Lo farà solo quando nascerà ufficialmente il partito.