Dopo Grillo va in onda Tribunolis
Indovinello. Chi ha pronunciato la memorabile frase «Politicamente e moralmente l'Italia è agonizzante»? Savonarola? Dante? Petronio? Sbagliato. A puntare il dito contro il malcostume imperante nel Paese è l'ineffabile Paolino Bonolis. Che aggiunge: «E quelli che le stanno intorno e fingono di rianimarla, in realtà le stanno fregando il portafoglio, i denti d'oro e pure la collanina». Ecco. C'era un tempo in cui i grandi patrioti - in attesa di un qualche moto che riunisse il popolo attorno a un'idea fondante - lanciavano i loro strali dall'esilio, o in alternativa accettavano il rischio di finire abbrustoliti sul rogo. Invece nell'italia politicamente e moralmente agonizzante del 2010 quelli come il sor Paolino urlano i loro anatemi dall'alto di una parabola satellitare, o dentro la smart card del digitale terrestre, e magari a puro scopo promozionale. C'era infatti da far rumore attorno all'imminente ripartenza di "Chi ha incastrato Peter Pan", ed ecco la produttiva intemerata di Bonolis. Che - con qualche distinguo - va inserita nella stessa hit parade dei Marchionne e dei Montezemolo dei giorni scorsi, quelli che ripetono "così non va, questo è uno zoo, serve un cambio di scena", eccetera, ma almeno lo fanno da una posizione politico-industriale che ne giustifichi la sortita. Invece Bonolis, irresistibile imitatore di Totò e Sordi, e comico celestiale per amor di spot, appartiene alla schiera di quei privilegiati che, a forza di stare sempre dentro la tv, ne assorbono i campi magnetici e si elettrizzano quando non servirebbe. I presentatori di una volta (Corrado, Mike, Vianello, quel vero signore di Tortora) facevano al meglio il loro splendido mestiere. Ma non appena spenta la telecamera tacevano. Il sor Paolino, al contrario, aspira al ruolo di tribuno intra ed extracatodico: e può contare su qualche predecessore illustre. Proprio lui fu tirato in ballo, tre anni fa, nella canizza innescata da Baudo al termine del Sanremo 2007. Fiutando un possibile sorpasso da parte di Bonolis per la conduzione del successivo Festival (poi tutto slittò di un anno) Pippone chiuse "Domenica In" tuonando contro tutto e tutti: la Rai, in primo luogo, ma soprattutto i politici, «che invece di dividersi mettendo in mezzo un conduttore come me dovrebbero occuparsi dei problemi della gente», mentre «Bonolis è un uomo piccolino che ha bisogno di litigare per arrampicarsi». In effetti il sor Paolino Savonarola non è - a dispetto dell'immagine ilare e giocosa - uno amatissimo nel suo ambiente. Ricci lo dipinse come un «Pinocchio» dopo la rottura a «Striscia» e più di recente il suo ex autore Cesare Lanza l'ha ritratto addirittura come «un serpente» abituato «a scivolare via». Bonolis si produsse in un pubblico bisticcio anche con Fiorello, poi ricomposto a mezzo stampa, e generato da altri dispettucci sanremesi. Nel frattempo, ha fatto una decina di volte il surf fra la Rai e Mediaset, sempre con contratti lucrosissimi e ripetendo a richiesta che lui «non si sente né di destra né di sinistra» e (frasario delle scorse ore) lui non si crede «migliore degli altri, però sono consapevole. Tento di porre un argine, non voglio nascondermi dietro un dito...». Un argine? La tv, evidentemente, logora chi la fa. Nel secolo scorso il sempiterno Baudo vaticinò come neppure Nostradamus su Grillo, che aveva offerto in prima serata una barzelletta sui «socialisti che rubano». Pippone mortificatissimo tamponò in nome di Craxi: «I comici a volte smarronano». Anche per 25 anni di seguito. E non mette conto di elencare i vari Luttazzi, Guzzanti e via satireggiando. Il sor Paolino fustigatore di costumi, fuoriclasse incontrastato del piccolo schermo, è pronto per scendere in politica, all'occorrenza: non possedendo case a Montecarlo potrebbe cavarsela meglio di altri. E se dovesse aprirsi un buco alla conduzione di "Ciao Darwin", si potrebbe pensare al vertiginoso talento da commedia all'italiana di Tonino Di Pietro. Berlusconi risolverebbe due problemi in un colpo solo. Nel frattempo, va in onda Tribunolis.