Bombe su Renata
Renata Polverini va avanti per la sua strada. Ma la situazione sta diventando esplosiva. Il «fuoco amico» del Pdl contro la presidente della Regione Lazio è sempre più forte. È cominciato quando la sindacalista dell'Ugl è stata scelta per correre alle elezioni regionali mentre la lista del Pdl è rimasta fuori gioco a Roma e provincia a causa del pasticcio di Alfredo Milioni e company. Vinte le elezioni (nessuno ci credeva più), il mal di pancia nel partito è diventato marcato. Dal piano della sanità agli incarichi non assegnati fino alla riforma di Roma Capitale: gli esponenti del Pdl protestano per la gestione «solitaria» della Polverini che, sempre secondo le accuse, si sarebbe contornata di fedelissimi (soprattutto dell'Ugl) e non si curerebbe dei pidiellini. Che adesso presentano il conto. Certo chi credeva di poterla «manovrare», un po' come fu per l'ex presidente Marrazzo con Veltroni sindaco di Roma, è rimasto deluso. Renata non ne vuole sapere e va avanti da sola. I rapporti appaiono talmente incrinati che ieri mattina s'è sparsa la voce di un vertice anti-Polverini in Campidoglio con il sindaco Alemanno, i capigruppo alla Camera e al Senato, Cicchitto e Gasparri, i parlamentari Saltamartini, Piso, Rampelli e l'eurodeputato Pallone. I diretti interessati hanno smentito: «Abbiamo parlato del nuovo Codice delle autonomie che dovremo discutere in Senato e che ha ricadute anche su Roma in abbinamento con le norme di Roma Capitale», ha detto Gasparri uscendo dal Palazzo Senatorio. In vista del voto al Senato su questo Codice, «svilupperemo iniziative d'intesa con gli altri esponenti di Roma e del Lazio in modo tale che il Codice tenga conto delle esigenze di territori importanti come quelle di Roma Capitale». Insomma «nessun riferimento al piano sanitario regionale - ha aggiunto Gasparri - quindi nulla di ciò che hanno scritto alcuni giornali». Gli ha fatto eco Cicchitto: «Abbiamo parlato di Roma Capitale e delle implicazioni successive. La parola Regione non è stata pronunciata». Netto anche Alemanno: «Abbiamo parlato del codice delle autonomie perché è una legge che costituisce un riferimento molto importante anche per il percorso di Roma Capitale - ha confermato il sindaco - abbiamo bisogno di sapere con certezza quali sono i tempi, se questa riforma si farà davvero prima del secondo decreto attuativo su Roma Capitale». Nel pomeriggio Gasparri è tornato a precisare il «sostegno» di tutti verso l'azione della governatrice del Lazio. Peccato che proprio la Polverini non sia stata nemmeno messa al corrente della riunione. Sarebbe mai accaduto con un altro presidente di Regione, Storace tanto per dirne uno? Sarà giovedì il giorno cruciale, quando ci sarà una riunione proprio per discutere dei problemi nel Pdl. Mentre venerdì si riunirà il coordinamento del partito di Frosinone. Lì si discuterà soltanto del nuovo piano sanitario presentato dalla Polverini che viene pesantemente criticato innanzitutto dal capogruppo del Pdl alla Regione, Franco Fiorito, secondo cui «ha penalizzato in maniera ingiustificata ed eccessiva il territorio del frusinate. Alcune scelte della Polverini, infatti, alla luce di quanto riportato nel piano sanitario, appaiono eccessivamente penalizzanti per un territorio vasto e popoloso come quello ciociaro». Ma questo è niente. Perché se il Pd annuncia una mobilitazione in tutte le province del Lazio per protestare contro la chiusura di 24 ospedali e il taglio di 2.864 posti letto (eccessivi secondo il centrosinistra), il Pdl va sulla stessa scia tanto che il presidente della Provincia di Frosinone, ed ex assessore regionale in quota Fi, Antonello Iannarilli, ha annunciato un ricorso al Tar contro il piano sanitario. La Polverini ha risposto a tono: «Ognuno è libero di fare quello che vuole. Ricordo che la Provincia non ha competenze sulla sanità». E lui ha ribattutto: «Il problema non è sulle competenze amministrative ma sulla tutela del territorio e delle sue concrete esigenze». Se non fosse chiaro, Iannarilli ha aggiunto: «Non abbiamo mai messo in discussione la competenza della Regione in materia di sanità ma non lasceremo intentato alcun tentativo per proteggere e tutelare i bisogni primari della nostra terra e dei cittadini che la abitano». Insomma, se da un lato la Polverini si sarebbe aspettata più vicinanza dal partito dopo un piano sanitario pesante ma necessario, il Pdl, invece, accusa la governatrice di aver fatto tutto da sola. Non soltanto nella sanità. Il partito, infatti, attende ancora che la govenatrice «sistemi» nelle società regionali gli esclusi dalla lista del Pdl. Ma niente da fare: il rebus delle nomine non è stato risolto. E giù le proteste del Pdl che deve sorbirsi amministratori e manager vari ancora in quota Marrazzo. Se a tutto questo si aggiungono le critiche sui nuovi poteri per Roma Capitale, su alcune decisioni del sindaco Alemanno e, addirittura, la possibilità che la Polverini presenti alle prossime elezioni amministrative una sua lista, allora il braccio di ferro col Pdl è destinato a durare.