Roma-Milano: sboccia l'amore

«Bravo Gianni». «Andremo a lezione da Letizia». Che succede? Che succede tra Milano e Roma. Al termine di una settimana di roventi polemiche e alla vigilia di una giornata di campionato nella quale una squadra meneghina (l'Inter) si gioca la testa della classifica con una squadra capitolina (la Lazio) - in fin dei conti la rivalità tra le due principali città italiane è anche sportiva - sboccia l'amore tra i sindaci Letizia Moratti e Gianni Alemanno. Teatro della «liason» (politica, s'intende) è la festa del Pdl a Milano. Dove Letizia si presenta, è bene dirlo, già in campagna elettorale per la sfida della prossima primavera. Una sorta di Evita lumbard. Parla popolare, non sembra per nulla la ministra compassata che si è conosciuta negli anni scorsi anzi, la "capopopolo" sorride e ironizza su se stessa al punto che alza anche i pollici verso l'alto quando le parte una battuta che piace al pubblico del Castello Sforzesco. Intanto Alemanno conferma: «Mercoledì con Bossi faremo un pranzo in piazza a base di polenta e coda alla vaccinara». E la Moratti replica: «Roma è la Capitale e questo è nella nostra storia». Fatte le premesse si entra negli argomenti scottanti. La Moratti avverte: «Non è possibile andare avanti così. Bisogna rendere giustizia agli enti locali virtuosi. Prodi ci ha lasciato un deficit di dodici miliardi che è localizzato in appena otto Regioni, non si può far pagare tutti». E rivendica: «Siamo stati chiamati a ripulire Napoli». Alemanno guarda avanti. Avverte: «L'Expo 2015 è un evento del quale anche governo e Parlamento devono farsi carico». E lega l'evento alla candidatura olimpica: «La credibilità di Roma 2020 è legata in qualche modo al successo dell'Expo milanese del 2015. Sono gli italiani tutti che si giocano la loro credibilità all'estero». Letizia rilancia: «Guarda Gianni, prendilo come come un consiglio. Sono stata a Londra e ho parlato con lord Sebastian Coe, che ha guidato il comitato per Londra 2012. Ebbene, mi ha dato due suggerimenti per vincere una sfida così importante: non mollare mai fino all'ultimo secondo e ogni volta che si incontra un Paese chiedere sempre "che vi interessa?". Sono azioni fondamentali». Alemanno ride, afferra il microfono e ringrazia: «Verremo a lezione dalla Moratti». Si passa alla questione ambientale. Il primo cittadino della Capitale smentisce di voler introdurre un sistema tipo quello meneghino di ingressi al centro storico, che qui si chiama Ecopass. Ma insiste che si andrà avanti con le pedonalizzazioni e le incentivazioni alle auto elettriche. Il clima in sala si fa caldo quando si parla dei Rom. E allora Alemanno si vanta: «Solo a Roma esistevano i "campi tollerati", campi di cui l'amministrazione conosce l'esistenza e tollera l'illegalità. Come Casilino 900, sorto negli anni '60, nessun sindaco di Roma c'era mai andato. Noi invece ci abbiamo messo piede, abbiamo portato l'acqua e la luce e in un anno e mezzo l'abbiamo chiuso».   La Moratti ricorda come alle riunioni sulla sicurezza l'allora primo cittadino capitolino, Veltroni, accusava Milano «di fare solo propaganda salvo poi ammettere dopo due anni che erano seduti su una polveriera». Gianni insiste: «Serve una strategia europea per affrontare il problema». La Moratti risponde che per il momento a Milano non si farà una grande moschea come quella che c'è nella Capitale perché per fare quella fu un governo ad assumersi la responsabilità Infine il tema scottante del Gran Premio. Alemanno rasserena gli animi. Spiega che quello all'Eur sarà aggiuntivo al Gp d'Italia, quello cioé brianzolo. Ma come ulteriore calumet della pace offre una promessa: «Se qualcuno mi dimostra, realmente e non a chiacchiere, che il Gran premio di Roma crea problemi al Gran Premio di Monza, io sono pronto e rinunciarci, perché non voglio rinunciare al Gp di Monza». Insomma, tra Milano e Roma ci si scambia segnali di pace, quasi d'amore. Almeno per ora.