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Fini cerca proseliti alla sagra dell'uva

Fini

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Ormai Gianfranco Fini ha lanciato la sua campagna elettorale. Logicamente non c'è nulla di ufficiale e nessuno dei fedelissimi di Futuro e Libertà si sognerebbe di confermarlo, ma basta analizzare l'agenda del numero uno di Montecitorio, per capire che qualcosa bolle in pentola. Fini infatti, non solo vuole fare in fretta a trasformare Fli in un vero e proprio partito, ma sta facendo di tutto per radicarlo sempre di più sul territorio. E così, se è vero che il fine giustifica i mezzi, allora anche la folkloristica sagra dell'uva di Marino, città nella provincia romana di quasi 40 mila anime, diventa una ghiotta occasione per lanciare il proprio manifesto politico. La parola d'ordine diventa quindi: presenziare. Arrivare ovunque. Una tattica che ieri ha permesso al presidente della Camera di posizionare la seconda bandierina di un ipotetico «Giro d'Italia» lanciato il giorno prima con un intervento telefonico al convegno di Generazione Italia di Salerno. Quindi, ogni appuntamento diventa l'occasione per pubblicizzare la linea del partito. Così, se a Salerno Fini ha puntato tutto sulla giustizia dicendo «no a riforme che penalizzino la magistratura» (tema che ieri è stato ripreso dal capogruppo di Fli Italo Bocchino il quale ha negato la necessità di istituire una commissione d'inchiesta contro la magistratura), ieri ha cambiato registro. La giustizia ha lasciato il posto ad una riflessione che sembra legittimare i ribaltoni politici: «Legittimo cambiare le maggioranze, ma l'obiettivo resta unire e chiudere le ferite. Può accadere che una parte prevalga sull'altra». E per non rischiare di essere frainteso eccolo pronto a tornare sull'argomento per chiarire il suo pensiero: «Il Comune, la Provincia, la Regione, il Parlamento nazionale, possono cambiare legittimamente le maggioranze, ma deve rimanere l'obiettivo di unire, chiudere le ferite, risolvere i problemi, sanare le disparità, progettare il futuro ed è possibile farlo solo se non si perde mai la coscienza dell'identità che ci deriva dal passato». Parole che, in questo momento, rischiano di pesare come macigni nel già precario equilibrio della maggioranza. Ma a Fini questo sembra non importare. Ieri ha mantenuto una promessa fatta, lo scorso anno, al sindaco Adriano Palozzi, («Verrò a Marino per la prossima festa dell'uva»). E, per dimostrare quanto tenesse alla cosa, è voluto andare oltre, trasformando la visita al paesino dei Castelli romani di cui è stato in passato cittadino, in un appuntamento istituzionale coronandolo con un intervento nell'aula consigliare del Comune. Un occasione per tenere un discorso dall'alto profilo («Non sono qui per parlare di politica - spiegava lo stesso Fini - ma in veste ufficiale, di rappresentante della terza carica dello Stato») nel quale però inserire qualche stoccata: «Viviamo in un momento in cui c'è troppo "presentismo". Si è concentrati solo sul presente o nell'immaginare scenari futuri. Riusciremo a capire chi siamo oggi e a costruire un futuro migliore, se non perderemo la memoria di cosa era l'Italia di ieri». Come poteva poi mancare un riferimento a quello che, un tempo, era uno dei cavalli di battaglia della «fu» Alleanza Nazionale come il tema della Sicurezza? Impossibile. E allora eccolo aggiungere: «Le istituzioni devono avere ben chiaro che garantire la sicurezza del cittadino significa garantire la presenza sul territorio di chi è chiamato a far sì che la legge sia rispettata». Un vero e proprio manifesto politico attorno al quale raccogliere quanti più sostenitori possibili. Meglio logicamente se questi sono sindaci o comunque amministratori locali che permettano a Fli di avere una grande visibilità sul territorio. Campagna di fidelizzazione che, però, ieri, sembra non essere andata a buon fine. Ed è proprio il sindaco di centrodestra Palozzi, intervistato da Il Tempo, a definire la situazione nella sua cittadina: «L'anno prossimo ci sarà il rinnovo dell'amministrazione comunale e oggi, conversando per qualche minuto con il presidente Fini, ho voluto chiedergli di sostenere, con il suo nuovo partito, la mia ricandidatura». Una richiesta che, a ieri, sembra essere rimasta senza risposta, anche se, come continua il primo cittadino «a Marino qualcosa si sta muovendo». «Generazione Italia – prosegue – ha già formato il suo circolo. In consiglio comunale, per ora, nessuno ha dato dimostrazione di voler aderire a Futuro e Libertà anche se, ad essere sinceri, ci sono già due persone che gravitano attorno alle attività dell'amministrazione e che sono riconducibili al gruppo di Fini. Una cosa però è certa. Io ero di An, ora sono un sindaco sostenuto dal Pdl e, nonostante l'affetto che posso avere per Fini, non credo proprio abbandonerò il gruppo per aderire a Fli».

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