Tre settimane per decidere sul voto
"Ora ci diamo tre settimane di tempo per vedere se questa maggioranza ha davvero la forza di sostenere l'azione del governo. Se così non è, meglio staccare la spina subito". A parlare è il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che in un'intervista al Corriere della Sera pone il limite "entro il quale devono essere nominati i nuovi presidenti delle commissioni parlamentari". Per il titolare della Farnesina sarà quello "il primo vero banco di prova per misurare la lealtà del gruppo di Futuro e Libertà - dichiara Maroni - E capiremo pure, se si formerà davvero un nuovo partito, in che modo hanno intenzione di restare all'interno della maggioranza". Il ministro precisa: "Noi avremmo preferito farlo subito e l'abbiamo detto a Berlusconi. Andiamo alle urne a novembre, vinciamo e da dicembre siamo molto più forti, pronti a fare le riforme. Il presidente del Consiglio ha voluto testare la maggioranza e noi abbiamo deciso di sostenerlo lealmente, ma è difficile che così possa durare". Bisogna "verificare se la maggioranza è veramente forte, in caso contrario, tre settimane o tre mesi, sarebbe giusto chiedere al Presidente della Repubblica di tornare a votare", ha commentato Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl e ministro della Giustizia. Dello stesso tono le dichiarazioni dei capigruppo parlamentari Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto per i quali è meglio "tornare alle urne contro le alchimie dei palazzi" piuttosto che "sottoporsi ad un logoramenti o a vuoto da allerati della maggioranza". Il Pdl, pertanto, assicura che il monito della Lega per una fiducia a tempo di tre settimane è condiviso dallo stesso partito del Premier. NON C'È SPAZIO PER GOVERNI-GOLPE - "Le parole di Maroni - dice il presidente dei senatori Pdl Gasparri- fotografano in modo oggettivo la realtà. Il Pdl valuta con rispetto e con serietà il recente voto di fiducia del Parlamento al governo, con la convergenza di gruppi parlamentari frutto del voto e di altri appena nati. Siamo certi che chi ha detto sì voglia sostenere il programma illustrato in modo chiaro e dettagliato dal presidente Berlusconi. I numeri poi sono chiari. Soprattutto al Senato. Non ci sono spazi per governi tecnici-golpe. Quindi avanti per governare l'Italia. Ma se così non fosse, e lo si capirebbe subito, in democrazia i governi li sceglie il popolo nelle urne, non gli alchimisti nei palazzi. Ma vogliamo essere ottimisti perché in Parlamento tutti sanno quanto gli italiani detestino inganni e furbate e esigano coerenza e chiarezza". "E' il tempo della chiarezza e della responsabilità: il nodo - aggiunge il Presidente dei deputati Maurizio Cicchitto - è quello di verificare se il governo Berlusconi ha una maggioranza solida che vuole procedere alla realizzazione di un programma condiviso e votato con la fiducia rispetto ai 5 punti sottolineati dal premier. E dunque senza strappi, senza contestazioni continue e senza distinguo, oppure se inizia la fase della crisi per andare al voto. Il nostro impegno è positivo e costruttivo per fare le riforme nella chiarezza. Non possiamo, invece, accettare passivamente di farci logorare a vuoto". DUE CDM A SETTIMANA - Per dare la possibilità al governo di verificare la propria tenuta nei prossimi venti giorni "servono due Cdm a settimana per mettere a punto e approvare i cinque punti del programma di governo". La proposta è del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta che si dice d'accordo con Maroni. "Le tre settimane di cui parla Maroni sono necessarie per mettere a punto i cinque punti" che dovranno essere messi a punto dal Cdm e presentati alle Camere. Tutto questo, dice il ministro, "si potrebbe fare tranquillamente in tre settimane, è una sfida accettabile e bella". "Il governo traccheggia e invece il Pd è pronto al voto", ha detto il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, parlando alla scuola politica del Pd di Cortona. La crisi della maggioranza è tale per cui "non sono più in grado di governare", ha detto Bersani che, rispondendo a Maroni ha chiosato: "Altro che tre settimane, salgano al Quirinale: ci vogliono tre minuti".