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Si riaffaccia lo spettro degli "anni di piombo"

L'ex senatore Pellegrino

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L'inizio di un autunno caldo o un'aggressione dettata da un raptus di follia? Sono in molti ad interrogarsi sul senso del mancato attentato al direttore di Libero Maurizio Belpietro. E sono in molti a leggere, in ciò che è accaduto, il ritorno di un clima che prelude ad una nuova stagione di violenza. «È vero - commenta Giovanni Pellegrino ex senatore e presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle stragi - c'è in Italia un clima di conflitto politico sproporzionato rispetto alla situazione del Paese che è fortemente influenzata dalla situazione internazionale e dai vincoli europei. Una rissa verbale non giustificata dalla reale portata dello scontro politico. Le visioni del mondo, in fondo, sono molto vicine. E questo può fare da terreno fertile per il seme della violenza. Diciamo che può esserci un legame tra certi fatti e il conflitto politico». Anche per il giudice Rosario Priore (che ha seguito, tra gli altri, il caso Moro e la strage di Ustica), «così come emerge, il fatto è grave perché avviene alla ripresa, prima dell'autunno, e punta a colpire un obiettivo significativo», ma subito aggiunge: «Aspettiamo di saperne di più prima di fare delle valutazioni». Ma anche se Pellegrino e Priore non si sbilanciano, lo spettro degli anni di piombo torna minacciosamente ad aleggiare. «Le ombre del passato sembrano tornare - commenta il presidente della Compagnia delle Opere di Milano Massimo Ferlini -. L'attentato a Belpietro e alla sua scorta ci fa tornare alla mente una stagione che speravamo sepolta». Dura la reazione di Cisl e Uil (Guglielmo Epifani non ha commentato ufficialmente). Per Raffaele Bonanni, vittima qualche settimana fa di un'aggressione alla festa nazionale del Pd, «questo preoccupante episodio si inquadra in un clima di odio e di intimidazioni, alimentato da chi vuole strumentalmente alzare il livello di scontro per minare il sistema democratico del nostro Paese. Bisogna abbassare i toni ed isolare i violenti ed i loro cattivi maestri che vogliono riportare l'Italia agli anni bui del terrorismo». Sulla stessa lunghezza d'onda Luigi Angeletti: «Nel Paese c'è ormai un clima di contrapposizione velenosa, nel sociale come nella politica, che sta cominciando a generare mostri. Occorre un atto di fermezza per mettere al bando ogni forma di violenza anche verbale, richiamando tutti ad un senso di responsabilità e di pacatezza». Anche per il segretario dell'Usigrai Carlo Verna la vicenda «è connotativa di un clima che sta degenerando nel Paese e intorno agli organi di informazione e che deve assolutamente cambiare». Scosso il direttore del Giornale Vittorio Feltri: «Ne ho viste tante nella mia vita professionale, ho visto tutto il periodo del terrorismo, lavoravo con Tobagi al Corriere, niente di nuovo purtroppo, certo è che dopo tanti anni sapere che c'è ancora in giro gente di quel tipo lì non mi ha rincuorato». Quindi punta il dito contro chi ha contribuito a creare questo clima: «Ormai in Italia ci sono due tifoserie, gli ultrà di Berlusconi e gli ultrà degli anti-Berlusconi e questo dà luogo a una reciproca delegittimazione. E quando ti trovi tra due tifoserie, capita di prenderle da tutte e due le parti».

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