Berlusconi punta tutto sulla fiducia
Fini impone la pace e dice sì al voto
«Una scelta di chiarezza». Silvio Berlusconi lo ripete a tutti quelli con cui ha avuto modo di parlare nelle ultime ore. È stato lui a decidere di chiedere il voto di fiducia al termine del discorso che terrà questa mattina alle 11 nell'Aula della Camera (e domani alle 9.30 al Senato). Un modo per stoppare sul nascere qualsiasi «gioco di Palazzo» e mettere ogni deputato davanti ad una «scelta di responsabilità». Il tutto in diretta televisiva. Non quindi una dimostrazione di debolezza come qualcuno vorrebbe far credere, ma un tentativo di togliere qualsiasi alibi a Gianfranco Fini e i suoi. Se infatti stasera alle 19 il gruppo di Fli deciderà di non votare la fiducia, Berlusconi potrebbe salire al Quirinale e l'unica alternativa, a quel punto, sarebbero le elezioni. Anche per questo i finiani sembrano intenzionati a votare sì per non dare al Cavaliere la possibilità di accusarli di aver fatto cadere l'esecutivo. Ma ponendo il voto di fiducia il premier ottiene anche un altro risultato: evitare la presentazione di altre risoluzioni con il rischio di voti trasversali (magari su temi delicati come la giustizia) guadagnando così il «soccorso» di tutti quei deputati che, in queste settimane, hanno intrapreso un percorso di avvicinamento alla maggioranza. Intervistato da Repubblica Tv il ministro degli Esteri Franco Frattini non ha dubbi: «Abbiamo fatto i conti, avremo certamente la fiducia anche senza i finiani». E in effetti, dopo la fuoriuscita di 5 deputati dall'Udc (i siciliani Saverio Romano, Calogero Mannino, Giuseppe Ruvolo, Giuseppe Drago e il campano Michele Pisacane), i numeri della Camera sembrano sorridere al premier. Sulla carta, infatti, dovrebbe poter contare oltre che sui centristi, sui due ex Api Massimo Calearo e Bruno Cesario, sull'ex Idv Americo Porfidia, sui tre Liberaldemocratici di Daniela Melchiorre (uno di questi, Italo Tanoni, è stato ricevuto ieri a Palazzo Grazioli), sui 5 esponenti di Noi Sud capitanati dal sottosegretario Enzo Scotti (anche questi ricevuti dal Cavaliere), su Francesco Nucara e Francesco Pionati, e sui 5 deputati del Mpa. Totale: 23 voti. Che sommati ai 295 di Lega e Pdl, darebbero una maggioranza di 318 voti. Certo, in molti fanno notare come il Mpa di Raffaele Lombardo si muova ormai in simbiosi con i finiani (tanto che il Pd parla di 314 voti per la maggioranza) e infatti i deputati fedeli al governatore siciliano fanno sapere che il loro voto dipende da quanto saranno concreti gli impegni a favore del Mezzogiorno. Ma non è escluso che, dopo il discorso del premier, altri singoli deputati possano decidere di votare la fiducia o, in alternativa, di astenersi. Anche per questo Berlusconi, che in questi giorni ha chiesto ai suoi di abbassare i toni della polemica soprattutto in televisione, avrebbe intenzione di pronunciare un discorso che, pur con qualche stilettata a Fini, punti soprattutto ad evitare scontri. Un discorso che sarebbe stato limato anche attraverso colloqui con esponenti moderati vicini al presidente della Camera e in cui non troveranno spazio considerazioni polemiche sulla giustizia o su temi caldi come le intercettazioni. «Non conosco i dettagli del discorso di Berlusconi - spiega il ministro della Difesa Ignazio La Russa uscendo da Palazzo Grazioli - ma conosco la bozza che il presidente ha voluto condividere con noi ed è un discorso di alto profilo, da presidente del Consiglio innamorato del bene del Paese». Sarà un discorso «alto, programmatico sui 5 punti e senza nessuna provocazione» rilancia Frattini. Concetto ripetuto durante la trasmissione Porta a Porta anche dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi: «Silvio Berlusconi farà un discorso di alto profilo e affronterà tutti i temi che deve affrontare. Il premier esprimerà in primo luogo un giudizio sui primi due anni di legislatura; poi parlerà dei cinque punti programmatici facendo anche qui in bilancio delle cose fatte e di quelle ancora da fare. Ma soprattutto esprimerà un giudizio sulla questione politica di questi due primi anni di legislatura». «Non è nostra abitudine nasconderci dietro il dito o dietro i problemi - aggiunge -. Quello che è accaduto continua a risultare incomprensibile. Il presidente del Consiglio esprimerà il suo giudizio e sottolineerà il grande valore di conquista di questa legislatura a partire dalla semplificazione politica con la riduzione del numero dei partiti. Gli italiani vogliono che continuiamo a governare». Per sapere come andrà a finire occorrerà aspettare stasera (stamattina alle 10 il Consiglio dei ministri autorizzerà la fiducia). Il premier sa che il passaggio è stretto, ma ha deciso di rompere gli indugi e di giocarsi tutto senza tentennamenti.