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«Sono Porci Questi Romani»? Già sentita.

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nonè stata inventata da Umberto Bossi. Anzitutto si deve sgombrare il campo da un equivoco: i primi ad usarla non sono stati, come si potrebbe pensare, Asterix e Obelix, i due galli ribelli all'impero di Roma. I protagonisti dei fumetti di Goscinny e Uderzo si limitavano a un bonario e stupito «Sono Pazzi Questi Romani»: un evidente compatimento per le assurdità delle truppe di Cesare. Per trovare la «versione moderna» della storpiatura si deve guardare al cinema. Nel loro film del 1994, «S.p.q.r. 2000 e 1/2 anni fa», che racconta «Tangentopoli» in chiave antico romana, i fratelli Vanzina fanno esclamare «Sono Porci Questi Romani» al milanese Massimo Boldi, inseguito dai legionari. Più recentemente la battuta è stata utilizzata anche da un gruppo su Facebook «in odio ai romani». Ma «Sono Porci Questi Romani» in realtà affonda nella notte dei tempi, e sono davvero tante le versioni «libere» di S.p.q.r.. La leggenda vuole che l'acronimo fosse stato «copiato» dal più antico motto «Sabinis Populis Quis Resistet» (Chi potrà resistere alle genti sabine?) di cui si appropriarono i romani una volta sconfitti, appunto, gli «indomiti» sabini. Mentre nell'Ottocento era stato il poeta romanesco Giuseppino Gioacchino Belli dare la sua versione, stavolta in chiave antipapalina: «Solo Preti Qui Regneno». Insomma, Bossi è il primo esponente di un governo repubblicano ad aver insultato i «porci» romani, ma ad aver rubato, in questo caso la battuta, è stato sicuramente lui.

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