Silvio vuole andare avanti: è interesse di tutti
Si toglie alcuni sassolini dalle scarpe lanciando qualche stilettata a Gianfranco Fini, ma nella sostanza Silvio Berlusconi rinnova l'appello ai moderati della maggioranza affiché consentano con il loro voto di proseguire la legislatura. Una linea improntata alla cautela, senza ramoscelli d'ulivo, ma nemmeno strappi. Nel farlo ignora volutamente sia la richiesta di Italo Bocchino di convocare un vertice di maggioranza prima dell'intervento di domani a Montecitorio, sia l'accusa lanciata dal capogruppo di Fli di essere il regista della strategia tesa alla «distruzione» del presidente della Camera. Parole da cui, peraltro, prendono le distanze le colombe di Fli. «Sono alle prese con un documento che dovrà ottenere il voto della maggioranza del Parlamento per poter andare avanti» sostiene Berlusconi in collegamento telefonico con la comunità "Incontro" di Don Gelmini, ad Amelia. «Ci troviamo davanti ad ostacoli importanti, da superare nell'interesse di tutti» aggiunge. Parole che sembrano confermare l'intenzione del Pdl presentare un ordine del giorno o una risoluzione secondo la formula tradizionale: la Camera, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio, le approva. Il Cavaliere non rinuncia però a qualche stilettata: «Carlo - dice riferendosi a Giovanardi, premiato per il suo impegno contro la droga - non ha mai tradito, non ha mai cambiato bandiera, non ha mai messo ostacoli pretestuosi: a differenza di altri sa mettere da parte le ambizioni personali». Altro passaggio chiaramente riferibile alla rottura con Fini quello in cui sostiene che come Don Gelmini anche lui è stato vittima di «cattiverie» piovutegli addosso «da molte parti, anche da quelle più imprevedibili». Al di là di questi riferimenti polemici, però, è difficile leggere nel suo intervento qualcosa di diverso dalla volontà di proseguire la legislatura. Segno che un imminente redde rationem con Fini, paventato dagli stessi consiglieri del Cavaliere, appare (almeno per ora) scongiurato. Certo, Berlusconi ha abituato la politica ai colpi di scena, ma più di un elemento indica che in Aula terrà fede alla linea annunciata da giorni dal suo portavoce, Paolo Bonaiuti: quella cioè di un discorso programmatico, teso a unire la maggioranza piuttosto che a polarizzare lo scontro. In questo senso sembrano andare anche i toni bassi tenuti dal Pdl in risposta alle bordate di Bocchino. Fatta eccezione per Daniela Santanchè («un vertice avrebbe senso solo con le dimissioni di Fini»), infatti, nessuno offre spunti polemici: «Riti da vecchia politica», taglia corto Franco Frattini. Del resto la linea di Bocchino viene poco dopo sconfessata dalle stesse "colombe" finiane.