Roberto Maroni non molla.
Illuogo non è casuale visto che proprio nella città lombarda il tema della chiusura dei campi rom è diventnato di stringente attualità. Infatti, il ministro dell'Interno è intervenuto per assicurare che le famiglie nomadi sgomberate dai campi regolari di Milano non potranno essere ospitate, nemmeno temporaneamente, in alloggi popolari. Non solo. Per Maroni il capoluogo lombardo, grazie ai 341 sgomberi degli ultimi tre anni con ben 7.004 allontanamenti, rappresenta «un modello da proporre a livello europeo» per la gestione dell'emergenza rom. «Il campo rom di Triboniano verrà chiuso - afferma il ministro - e chi stava dentro e ha i titoli per restare in città avrà una sistemazione, escludendo l'utilizzo di case Aler o nella disponibilità del patrimonio immobiliare del Comune». Quindi Maroni rilancia la proposta di legge per facilitare le esplulsioni dei comunitari senza lavoro. «Proporrò al governo e al Parlamento - spiega - che ci venga data la possibilità di espellere i cittadini comunitari se non hanno i requisiti previsti dalla direttiva europea del 2004». Chiuse dunque le porte delle case popolari, lo stesso ministro affida «al gran cuore di Milano» la sorte di quelle famiglie nomadi che lasceranno i campi regolari, a partire da quello di Triboniano, il più grande della città, che sarà smantellato entro ottobre. E se Pdl e Lega esultano alla decisione del ministro, durissima è invece la reazione di don Virginio Colmegna, direttore della Casa della Carità cui è già stato affidato il piano per l'accompagnamento abitativo. «Noi non accettiamo queste forme di discriminazione - attacca il sacerdote - si rischia di far fallire un piano che offre progetti seri per risolvere un problema della città di Milano». Critica anche l'opposizione. «Maroni si dimostra sempre meno un ministro e sempre più un capo popolo leghista - dichiara il deputato Pd Enrico Farinone - nei fatti, col suo intervento sulle case ai rom a Milano, Maroni ha letteralmente commissariato la Moratti». Dopo aver a lungo difeso il piano per l'emergenza rom, anche il sindaco Letizia Moratti concorda con la linea dura del ministro Maroni, per evitare sconfessioni da parte della sua maggioranza. «La chiusura del campo di Triboniano è un importante segnale per la nostra città - spiega - in vista dell'allargamento dell'area Schengen alla Romania».