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Neanche il videomessaggio porterà Tulliani dai magistrati

La copertina di Oggi che ritrae Gianfranco Fini con Elisabetta Tulliani, le due figlie e la sua famiglia

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Neanche i nove minuti di videomessaggio di Fini porteranno Giancarlo Tulliani davanti ai magistrati. I pm romani non hanno infatti nessuna intenzione, per ora, di convocare il fratello della compagna del presidente della Camera. Gli inquirenti, che stanno indagando per il reato di truffa aggravata, in riferimento alla vendita dell'appartamento di Montecarlo appartenuto ad Alleanza Nazionale, fino a quando non riceveranno le carte da Montecarlo non prenderanno in considerazione l'interrogatorio di Tulliani. I pubblici ministeri capitolini ribadiscono che l'inchiesta punta ad accertare il prezzo della vendita dell'immobile di boulevard Princesse Charlotte 14 e che «nulla è cambiato» dopo le affermazioni fatte venerdì scorso dal ministro della giustizia di Santa Lucia e dal videomessaggio del presidente Gianfranco Fini. Negli uffici di piazzale Clodio non sono ancora arrivati i documenti chiesti attraverso una seconda rogatoria alle autorità del Principato di Monaco, dove ha abitato il «cognato» dell'ex leader di An. Il procuratore capo Giovanni Ferrara e il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani stanno continuando a portare avanti le verifiche proprio per tentare di definire il valore immobiliare dell'abitazione. E quindi dalle carte tanto atteso potrebbe ssere possibile capire qual è stato il valore di vendita della casa, venduta da Alleanza Nazionale e acquistata dalla società off-shore Printemps Ltd, con sede ai Caraibi.   A quel punto i pm potranno stabilire se il prezzo di vendita sia stato o meno congruo con il valore sul mercato monegasco. Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Rudolph Francis, ministro della Giustizia di Saint Lucia, l'isola dove hanno sede le società off-shore che acquistarono l'appartamento, e il videomessaggio di sabato di Fini, non hanno modificato affatto la linea d'indagine dei magistrati, che hanno intenzione di verificare se c'è stato o meno un giro di soldi illegale. Gli atti in corso sono, dunque, di tipo fiscale. «Non so che calcoli abbia fatto Fini, ma con 300 mila euro si compra a stento un appartamento nella periferia di Milano». Lo ha detto ieri il senatore del Pdl, Antonino Caruso. Caruso ha confermato che in Alleanza nazionale le decisioni «sostanzali» sono «sempre state assunte da Fini e attuate da altri. Il presidente della Camera dice che non c'è un reato, io dico che c'è un delitto, perché An - un partito che ha sempre portato avanti la trasparenza - si è trovata ad aver venduto una propria casa a una società non trasparente. Tulliani conosce il proprietario - ha aggiunto Caruso - mi meraviglio che Fini non usi l'autorevolezza per restituire soldi e riprendersi la casa».  

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