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Berlusconi: "Noi Arriveremo al 2013"

Il premier Silvio Berlusconi

"Insulti e falsità, politica disastrosa"

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Silenzio. Silvio Berlusconi non commenta le notizie provenienti dall'isola caraibica di Santa Lucia, anche se da Palazzo Grazioli filtrano indiscrezioni che parlano di un premier soddisfatto soprattutto perché le accuse lanciate dai finiani nei suoi confronti sono state completamente spazzate via. «Dovrebbero scusarsi» è quello che il Cavaliere ha ripetuto ai suoi interlocutori. Lasciando intendere che è meglio per tutti, soprattutto per gli uomini vicini al presidente della Camera, se i toni si placano. Ufficialmente, però, il presidente del Consiglio non fa riferimenti all'appartamento di Montecarlo. Anzi, intervenendo telefonicamente ad una cena di gala dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia e organizzata dal Pdl in apertura della festa nazionale di Milano (da oggi fino al 3 ottobre ndr), avverte: «Lasciamo agli altri le polemiche e i veleni, a noi interessa lavorare e fare le riforme. È questo il modo migliore per onorare i 150 anni dell'Unità d'Italia». Quindi tranquillizza i presenti: «Non lasciatevi ingannare da tutto ciò che viene detto o scritto. Noi abbiamo continuato a lavorare anche in agosto e continueremo a farlo nella convinzione che non ci sono altre alternative. Arriveremo a fine legislatura».  L'orizzonte insomma è il 2013. Ed è forte di questa certezza che Berlusconi annuncia che il governo ripresenterà la legge sulle intercettazioni. Una delle norme che ha creato più attriti con la componente finiana. Il premier sembra non curarsene: «Siamo ancora impegnati a lottare per l'inviolabilità delle nostre conversazioni, ho parlato oggi con il ministro della Giustizia Alfano e ripresenteremo la legge». Quindi un passaggio sul significato della festa: «Il 3 ottobre, quando sarò lì sarà una bella occasione, come lo saranno questi dieci giorni, di mettersi a disposizione dei cittadini per far conoscere cosa ha fatto il nostro governo e cosa intende fare nella seconda parte della legislatura per quanto riguarda la sicurezza, la riforma fiscale, l'immigrazione e tutte le riforme. Siamo sereni coscienti della responsabilità che ci è stata data dagli elettori». Ma il Cavaliere sa che da qui al 3 ottobre dovrà affrontare una prova forse decisiva. Il 29 settembre sarà nell'Aula di Montecitorio per il discorso che potrebbe segnare il cammino dell'esecutivo. È il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ad anticipare il senso del discorso spiegando che il premier si rivolgerà non solo alla «maggioranza del 2008 che è stata eletta per Berlusconi Presidente», ma anche a quei «moderati e riformisti che si preoccupano della stabilità e sono contrapposti alla sinistra». Un nuovo invito a quei deputati dell'Udc che secondo le indiscrezioni delle ultime settimane potrebbero decidere di offrire il loro sostegno alla maggioranza. E resta da chiarire la modalità che Berlusconi sceglierà per "mostrare" la sua maggioranza: o un generico ordine del giorno, o un vero e proprio voto di fiducia. Nel primo caso, sarebbe decisamente più facile ottenere il sì del Parlamento. Mentre il voto di fiducia al governo assomiglierebbe a un referendum pro o contro Berlusconi, in un momento in cui i rapporti di Futuro e Libertà con il premier sono arrivati a uno dei punti più bassi di sempre.

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