Casa Tulliani nel mirino del Principato
Tutto questo gran casino per settanta metri quadri di casa. E adesso i Tulliani rischiano di perdere anche quella. Perché mentre i riflettori di stampa e politica sono tutti accesi sui Caraibi, qualcosa si muove in boulevard Princesse Charlotte, la via dell'appartamentino di Giancarlo. Dal citofono di Palais Milton (lo si è notato in una ripresa tv andata in onda durante l'ultima puntata del programma L'Ultima Parola) è sparita la scritta «Tulliani» ed è tornata quella «Colleoni». Un particolare interessante, fanno notare al Tempo fonti monegasche secondo cui il cognato di Fini avrebbe già lasciato l'appartamento che ormai da settimane ha porte e finestre sbarrate e sembra disabitato. Strano per un posto come Montecarlo dove c'è chi paga un domestico solo per accendere la luce e far correre il contatore pur di dimostrare l'effettiva residenza con il minimo sindacale di 183 giorni di permanenza. «Il vento nel Principato è cambiato e non tira a favore del giovane Tulliani, qui non vogliono grane, tantomeno pubblicità» spiegano le fonti. Aggiungendo con una battuta che «presto sul campanello ci sarà scritto Grimaldi perché gli uomini del fisco a Montecarlo non scherzano, confiscano e rivendono». In questo modo le autorità della Rocca potrebbero anche rimediare a quel mancato esercizio del diritto di prelazione che ha lasciato perplessi gli esperti del settore. Come già abbiamo scritto, infatti, nel Principato esiste un'ordinanza (la numero 1016 del 4 novembre 1954) che detta le modalità di esercizio del diritto di prelazione sull'acquisto di immobili da parte del Principe. In sostanza lo Stato riprende la proprietà del bene immobiliare ceduto versando all'acquirente il prezzo riportato nell'atto maggiorato del 10%. Di solito il diritto viene esercitato per riprendere un immobile venduto a un prezzo molto basso oppure per motivi di politica sociale (farci un ufficio pubblico, darlo in uso a un funzionario, un anziano, un indigente) urbanistica (demolizione di una palazzina) o fiscale (tassa pagata sul rogito irrisoria). Perché nel caso di Tulliani, considerato il prezzo stracciato dell'immobile, il governo non si è mosso? Di certo la vicenda che vede coinvolto il cognato di Fini sta mettendo in imbarazzo la comunità italiana a Montecarlo e le stesse autorità locali. Tanto che Giancarlo non sarebbe più gradito su piazza, indesirable dicono alla brasserie del Cafè de Paris. Ovvero costretto a riconsegnare il permesso di soggiorno e a lasciare la casetta di Boulevard Princesse Charlotte. In attesa che Giancarlo torni a Valcannuta, da Montecarlo si aspettano anche gli altri documenti relativi alla compravendita dell'immobile lasciato in eredità ad An dalla contessa Colleoni. La Procura di Roma sta già sollecitando il supplemento di rogatoria inoltrato a Monaco, in particolare gli atti relativi alle valutazioni fatte dalle autorità locali sulla congruità del prezzo indicato. A Piazzale Clodio vogliono chiudere l'indagine e decidere il da farsi. Anche perché se l'inchiesta per truffa aggravata dovesse risolversi con un nulla di fatto, i magistrati potrebbero valutare di inviare tutti i documenti acquisiti al tribunale civile perché valuti l'eventuale danno patrimoniale al partito. Burocrazia permettendo, visto che il plico con i documenti della prima rogatoria era giunto per errore al «Palazzaccio» di piazza Cavour dove ha sede la Cassazione che ha pensato bene di restituire tutto allo spedizioniere.