Bocchino: "Le carte di St. Lucia sono un falso fatto da Lavitola"
«Un falso, una patacca» opera di qualcuno dell'entourage di Berlusconi che per fargli cosa gradita l'avrebbe confezionata ad arte. Valter Lavitola, direttore de L'Avanti, sarebbe uno degli uomini che ha lavorato a questa patacca per consegnarla al premier. È stato con Berlusconi nel recente viaggio in Centro e Sud America. Arrivano come pietre le parole del capogruppo di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, ospite della prima puntata di Annozero, a proposito del presunto autore del documento che attribuirebbe a Giancarlo Tulliani la titolarità delle società off-shore coinvolte nella vicenda della casa di Montecarlo. Bocchino conferma quindi l'indiscrezione riportata da Repubblica.it. «Risulta anche a noi». Il capogruppo di Fli, al centro di un'arena sapientamente «armata» da Santoro, fa una lunga tirata inquadrando la questione della casa di Montecarlo nell'ambito di uno scenario internazionale. «È cosa nota che la nostra politica estera è concentrata su Libia e Russia, il che genera attenzione anche in altri Paesi per chi, come Fini, parla invece di atlantismo e di multilateralismo». Di qui il riferimento a «persone che hanno accompagnato Berlusconi in Centro America, anche di recente, e che hanno lavorato alla patacca sulla casa di Montecarlo». Lavitola, rivela Bocchino, «ha aiutato Berlusconi, e questo consta anche a me perchè Berlusconi ci chiese di candidarlo alle Europee dicendo che lo aveva molto aiutato per l'operazione con cui fece cadere Prodi con il passagio di alcuni senatori». Il finiano poi sottolinea che sono state fatte delle indagini dalle quali risulta che «il cognato di Fini non è proprietario delle società di cui, guarda caso, parla il giornale di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio. Risulta che c'è stata un'operazione di dossieraggio in Italia e all'estero, anche con stanziamenti di somme, e che questo signore che ha accompagnato Berlusconi in Brasile, non si capisce in base a quale incarico, potrebbe aver costruito». Immediata è arrivata però la smentita di Lavitola che minaccia di passare alle vie legali con una querela. «Mi viene da ridere - replica - Come si può fabbricare un dossier del genere? Sto facendo un'indagine giornalistica per capire chi c'é dietro le due società off shore. Mi hanno fregato i colleghi di Santo Domingo che però mi hanno fornito l'opportunità di capire se questo documento é vero o falso». La requisitoria di Bocchino è stata preparata ad arte da Santoro che aprendo Annozero ha sfoderato l'ennesima lancia polemica contro il premier. «Non credo di essere così antipatico al presidente del Consiglio. Il fatto è che lui non sopporta quelli che gli stanno in piedi davanti, come Gianfranco Fini». Santoro esordisce in modo colorito con una metafora in cui si paragona a un produttore di bicchieri. «Faccio incassare alla Rai 14 milioni di euro. Posso essere antipatico ma questi bicchieri meglio produrli». Nel suo lungo monologo, Santoro se la prende anche con il direttore generale della Rai Mauro Masi e contro la sua richiesta di «un controllo di qualità». Il che significa che «i bicchieri devono fare tin e ten insieme. Ovvero tin per Travaglio giustizialista e ten per Sgarbi garantista. Beh, io dico: se viene un direttore e vi dice che ogni bicchiere deve avere un marchio di libertà ex ante, voi rispondete: ma vaffa...nbicchiere». In serata è arrivata la replica di Masi: da Santoro frasi inaccettabili, bugiarde e mistificanti. La questione dovrà essere affrontata in tutta la sua gravità in cda.