Pd sull'orlo di una crisi di nervi
Nel Pd è l'ora delle riunioni e dei convegni. Quelli che servono per contarsi e per lanciare messaggi alle opposte fazioni. Insomma per continuare a litigare. In una settimana ne sono previste già tre: oggi si riuniranno gli ex Popolari di Franco Marini e Pierluigi Castagnetti e, da un'altra parte, i componenti dell'area che fa capo a Ignazio Marino. Domani, invece, ci sarà la riunione di Area Democratica, la corrente che fa capo a Dario Franceschini e alla quale fino a pochi giorni fa apparteneva anche Veltroni. Il quale però, insieme ai 75 firmatari del suo documento, ha già organizzato per domenica a Orvieto la prima convention ufficiale della neonata «associazione». Basta? No, perché in mezzo, giovedì 23, è fissata la riunione della direzione del Partito Democratico. E lì Pierluigi Bersani ha già annunciato che dirà tutto quello che pensa della mozione dell'ex sindaco di Roma. E sempre lì risponderà anche alla lettera che Veltroni ha scritto ieri a La Repubblica nella quale spiegava di non avere alcuna intenzione di fare il candidato premier alle prossime elezioni. Insomma il «Papa nero» non sarebbe lui. Ma questo «incrocio» di assemblee scatena anche polemiche a non finire. Gli ex popolari che stanno con Beppe Fioroni sono infatti indecisi se partecipare alla riunione di oggi con i vecchi compagni della Margherita Franco Marini e Pierluigi Castagnetti. «Si tratta di una iniziativa nobile che merita rispetto, perché convocata dagli ultimi due segretari del Ppi – ragionano gli uomini vicini a Fioroni – Ma è anche vero che il Ppi è un partito che è stato chiuso anni fa per dare vita alla Margherita che a sua volta è confluita nel Pd». «L'importante – concludono – è che il vertice di domani non diventi una conta all'interno dell'area popolare che peraltro ha rappresentanza in diversi schieramenti nel Pd e fuori». Molto più duro Enrico Gasbarra: «Convocare una riunione dei popolari ha il sapore di chi vive in un calendario di 10 anni. È come guardare il Paese, la politica in bianco e nero, mentre gli italiani si aspettano l'alta definizione». Ma ieri si è accesa anche violentemente la polemica sulla partecipazione dei 75 di Veltroni alla convention di Area Democratica fissata per domani. L'ex segretario e Fioroni, infatti, stanno valutando se andare o meno all'incontro e Walter ieri ha riunito alcuni dei firmatari del documento (Gentiloni, Realacci, Passoni, Grassi, Minniti, Verini) per un confronto. Alla base del loro documento, infatti, c'è una buona dose di critica alla gestione di Area dem, dopo che sia Franceschini sia Piero Fassino si sono mostrati più vicini al segretario Bersani. E a nessuno dei partecipanti alla riunione sono piaciuti i toni dell'intervento di ieri mattina di Franceschini, che ha ribadito che il documento è stato un errore ed ha dichiarato senza mezzi termini che ora si deve aiutare il segretario. Insomma, il clima è rovente e l'unità dell'area di minoranza è messa seriamente in forse. Da qui la valutazione che Veltroni e Fioroni stanno facendo sulla opportunità di partecipare, soprattutto se, notano fonti a loro vicine, «la condizione che ci viene posta per partecipare è di ritirare il documento: vuol dire che non si vuole che andiamo». Secca la replica di Franceschini: «Vedo molti tentativi di utilizzare pretesti per motivare scelte già compiute. Io non ho posto alcuna pregiudiziale, ne ho titoli per porla, per partecipare alla riunione di Area Democratica. Ho ribadito semplicemente l'opinione che raccogliere firme su un documento è stato uno sbaglio e che sarebbe utile per tutti accantonarlo. Tutto qui». L'atmosfera resta incandescente.