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Montecarlo snobba i pm

L'edificio in Boulevard Princesse Charlotte 14 a Montecarlo, dove si trova  l'appartamento abitato da Giancarlo Tulliani

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È stata un'attesa quasi «inutile» quella della procura di Roma che indaga sulla casa di Montecarlo. A distanza di settimane dalla richiesta di documentazione presentata dai pm al Principato di Monaco, ieri sono arrivate soltanto alcune delle carte da consultare per cercare di chiarire la vicenda dell'abitazione affittata al «cognato» del presidente della Camera Gianfranco Fini. Tanto che adesso il procuratore capo Giovanni Ferrara e il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani invieranno una seconda rogatoria a Montecarlo, nella quale indicheranno nuovamente la lista di carte che hanno intenzione di esaminare prima di procedere con altre audizioni. Sì, perché per ora a piazzale Clodio mancano, ad esempio, i documenti che indicano l'esatto valore dell'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte 14 in sede di successione. La magistratura indaga, per il momento contro ignoti, per il reato di truffa aggravata proprio per accertare se siano state commesse illegalità nella compravendita dell'abitazione ereditata da Alleanza Nazionale dalla nobildonna romana Anna Maria Colleoni. Il Principato di Monaco, infatti, ha omesso di inviare a Roma le carte sugli accertamenti di natura fiscale per chiarire il giro di soldi intorno all'appartamento dove abita Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna della terza carica dello Stato. La documentazione è arrivata in ritardo negli uffici dei magistrati poiché è stata inviata per errore al «Palazzaccio» di piazza Cavour dove ha sede la Cassazione, e non a piazzale Clodio, dove si trovano gli uffici della procura. Il procuratore capo Ferrara e l'aggiunto Laviani, dopo aver visionato le carte, hanno dunque deciso di inoltrare una seconda rogatoria per chiedere alle autorità monegasche di ricevere gli accertamenti di natura fiscale che mancano (soprattutto per definire l'esatto valore dell'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte) e anche un'integrazione di atti ulteriori. Per gli inquirenti questo supplemento di rogatoria richiederà un'attesa di altri giorni e imporrà un momentaneo stop al calendario di audizioni. «Questi atti in più che chiediamo a Montecarlo - è stato spiegato a piazzale Clodio - servono anche per riscontrare le versioni fornite dalle persone sentite nei giorni scorsi come persone informate sui fatti». Si allungheranno dunque i tempi per conoscere la verità su questa vicenda che ha travolto il fratello di Elisabetta Tulliani. Prima che la seconda rogatoria venga ricevuta dalle autorità di Montecarlo passeranno diversi giorni. Una volta terminato l'esame delle richieste italiane, il Principato deciderà se inviare o meno le carte chieste dalla procura di Roma. E fino a quando i pm non riceveranno nuove carte, non potranno decidere se ascoltare o meno Giancarlo Tulliani, che da alcune settimane non vivrebbe più a Montecarlo ma sarebbe tornato a Roma. E tantomeno, quindi, stabilire se convocare o meno Fini. Adesso, comunque, l'intenzione dei magistrati è quella di non interrogare la terza carica dello Stato, soprattutto perché hanno intenzione prima di verificare se ci sia stato un giro di soldi illecito intorno alla compravendita della casa a Montecarlo e al contratto di affitto di Tulliani. Il carteggio arrivato da Montecarlo contiene invece l'originale del contratto d'affitto tra la società offshore proprietaria e Giancarlo Tulliani e le firme apposte, secondo quanto accertato dagli inquirenti, non sono identiche. La circostanza appare rivelante alla luce della identicità, invece, delle firme che si notano nell'atto con il quale è stato registrato il contratto di affitto. Quest'ultimo documento, pubblicato da alcuni quotidiani nei giorni scorsi, ha suscitato una serie di illazioni ed, in particolare, quella secondo cui la società offshore, con sede nei Caraibi e proprietaria dell'immobile in Boulevard Princesse Charlotte sarebbe riconducibile al cognato del presidente della Camera. Nella rogatoria inoltrata dai pm romani all'indomani dell'apertura del fascicolo processuale per l'ipotesi di reato di truffa aggravata era stato chiesto ai monegaschi l'invio di tutta la documentazione riguardante i passaggi di proprietà dell'immobile, compresa quella relativa all'eventuale esistenza di perizie sul valore dell'immobile prima e dopo i lavori di ristrutturazione. Nulla da fare. Fino ad oggi, infatti, non c'è alcun elemento certo, se non il fatto che la casa è stata venduta per 300 mila euro e che è stata affittata da una società off-shore a Giancarlo Tulliani. Dopo l'esame della documentazione e l'acquisizione degli atti che mancano, gli inquirenti potrebbero disporre l'esecuzione di una serie di atti istruttori. E non è escluso che possano essere iscritti sul registro degli indagati anche i primi nomi.  

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