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I dolori del giovane Pd

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Scrivono,scrivono, scrivono. Da un mese il Pd è diventato un partito di «piccoli scrivani». In parte già lo era visto che alcuni dei suoi big, a tempo perso, coltivano l'hobby della letteratura. Ma a partire d'agosto i Democratici hanno lanciato un vero e proprio genere: la lettera al quotidiano. Sicuramente preferibile all'intervista, genere che ancora affascina Massimo D'Alema e Dario Franceschini, ti permette di dire ciò che vuoi senza dover sopportare domande ed è diventato il modo migliore per sfogare risentimenti personali e lanciare messaggi a elettori e avversari. Ad inaugurare la stagione è stato, sembra quasi superfluo dirlo, Walter Veltroni. Il 24 agosto, sulle pagine del Corriere della Sera, appare la sua lettera all'Italia. Una cosa a metà tra l'autocelebrativo e il manifesto elettorale. Poi è stata la volta di Pier Luigi Bersani («Addio Unione, ora Nuovo Ulivo» su Repubblica del 26 agosto). E via così fino a ieri, quando Arturo Parisi si è rivolto al segretario per chiedergli di bloccare la riunione degli ex Ppi. Già, perché quando non scrivono, i big Democratici si divertono a radunare le truppe per contarsi. Nic. Imb.

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