Roma mai così Capitale
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, avvenuta sabato 18 settembre, è in vigore il primo decreto su Roma Capitale. Il Comune di Roma acquista così il nuovo status in coincidenza con l'anniversario dei 140 anni dalla breccia di Porta Pia. E per la prima volta il primo collaboratore di un papa partecipa alle celebrazioni del 20 settembre, che segnò nel 1870 la fine del potere temporale della Chiesa e completò il processo di unificazione nazionale che portò a Roma capitale del Regno d'Italia. "Da vari decenni Roma è l'indiscussa capitale dello Stato italiano, il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall'essere altresì il centro al quale guarda tutta la chiesa cattolica, anzi tutta la famiglia dei popoli”, ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, in un breve intervento pronunciato in occasione dei 140 anni dalla presa di Porta Pia. "Siamo raccolti in un luogo altamente simbolico - ha detto - per compiere un atto di omaggio verso coloro che qui caddero". "Dal loro sacrificio e dal crogiuolo di tribolazioni, di tensione spirituale e morale - ha aggiunto - è sorta però una prospettiva nuova, grazie alla quale ormai da vari decenni Roma è l'indiscussa capitale dello Stato italiano". Bertone ha riconosciuto che "nel reciproco rispetto della loro natura e delle loro funzioni, la comunità civile e quella ecclesiale desiderano praticare in questo Paese una vasta cooperazione a vantaggio della persona umana e a beneficio dell'intera società". Il segretario di Stato vaticano ha infine elevato preghiere affinché nel mondo ci siano "salvezza e pace" e "in questa città e in questa terra d'Italia ridoni concordia di intenti dopo aver prevalso il contrasto". LO STATO UNITARIO SI TRASFORMA - Dopo gli onori militari in piazza del Campidoglio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato accompagnato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno nello studio del primo cittadino, dove ha incontrato i rappresentanti costituzionali, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Il capo dello Stato si è poi affacciato sul Foro Romano dal balconcino dell'ufficio del sindaco. Subito dopo Napolitano ha incontrato le Autorità locali nella Sala dell'Arazzo. Ad accoglierlo, tra gli altri, il vescovo ausiliario mons. Brambilla, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e i capigruppo consiliari. Presente anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni e, tra i numerosi ospiti, l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni. Il capo dello Stato, nella Sala delle Bandiere, ha firmato con dedica l'Albo d'onore del comune, inserendo una nota di ringraziamento per il conferimento della cittadinanza. “È con particolare personale commozione per l'alto riconoscimento conferitomi - scrive il presidente della Repubblica - che rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno Stato democratico che si trasforma restando saldamente Stato nazionale unitario”. ROMA LADRONA NON ESISTE - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, sottolinea poi che "non esiste affatto la Roma ladrona che alcuni si ostinano a stigmatizzare”. Il primo cittadino, senza mezzi termini davanti al capo dello Stato rispedisce al mittente (spesso leghista) le accuse: "Altro che Roma ladrona! Roma è largamente e generosamente creditrice rispetto al resto della comunità nazionale". Alemanno spiega che basta confrontare i dati del gettito fiscale verso lo Stato prodotto dalla nostra città, con i trasferimenti statali che, anche attraverso la Regione, arrivano ad essa. “Nel complesso, tra Irpef, Ires e Iva, la nostra città offre un gettito fiscale di circa 35 miliardi di euro a fronte di trasferimento statali di poco superiori a un miliardi e 600 milioni di euro: c'è un rapporto di 1 a 22 tra trasferimenti e gettito fiscale di Roma. È chiaro – dice il sindaco - che bisogna fare alcune tare rispetto a questo rapporto ma è altrettanto evidente che qualsiasi forma di federalismo fiscale non può non portare a Roma ben altre risorse di quelle che noi oggi riceviamo". Gianni Alemanno pertanto coglie l'occasione per definire “ dissennate” e “addirittura autolesioniste le invettive politiche che puntano a depotenziare il ruolo di Roma Capitale”. Intervenendo nell'Aula Giulio Cesare, il primo cittadino ha sottolineato come "è impensabile distribuire le sedi centrali dei ministeri su tutto il territorio nazionale, non solo per i gravi danni organizzativi ed economici che questa disgregazione comporterebbe - ha detto Alemanno - ma perchè verrebbe così colpito il simbolo più importante dell'Unità nazionale". Il sindaco ha inoltre ricordato il tenente Alessandro Romani, ucciso in Afghanistan, "un ragazzo nato e vissuto a Roma che scelse con tenacia e determinazione di servire la patria in armi". CAPITALE SIMBOLO DELL'UNITÀ - "È mio doveroso impegno ed assillo che non vengano ombre da nessuna parte sul patrimonio vitale e indivisibile dell'unità nazionale, di cui è parte integrante il ruolo di Roma capitale", ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Un ruolo - ha aggiunto - che non può essere negato, contestato o sfilacciato nella prospettiva che si è aperta e sta prendendo corpo di un'evoluzione più marcatamente autonomista e federalista dello Stato italiano. Questa - ha proseguito il capo dello Stato -, con il netto riconoscimento contenuto nel riformato Titolo Quinto della Carta e con la conseguente norma di legge del 2009, chiama piuttosto voi che rappresentate e amministrate Roma a un nuovo impegno ordinamentale, d'intesa con la Regione e la Provincia, e ad una nuova prova di efficienza e modernità nell'esercizio di funzioni ben più ricche che nel passato. Portarvi all'altezza di questa prova è ciò che conta e che vi stimola, non l'invocare formalmente il rango di Roma capitale". Napolitano nel suo intervento ha anche fatto riferimento ai suoi legami con la Capitale: "Mai mi sono sentito a disagio, pur senza dissimulare la profondità delle radici e degli affetti che mi legavano e mi legano a Napoli: ed è forse propria dei napoletani l'attitudine a integrarsi, anche in luoghi ben più lontani, così come propria di Roma, e straordinaria, è la capacità inclusiva, l'attitudine ad aprirsi, ad accogliere altri, ad abbracciare, innanzitutto, ogni italiano". Per il capo dello Stato, inotre, "è ingiustificabile ogni forma di denigrazione del ruolo e della centralità di Roma capitale".