Berlusconi apre anche a pezzi del Pd
Silvio Berlusconi apre ai voti dell'opposizione. Lancia un'anteprima dell'appello alla responsabilità che sarà il cuore del discorso che il premier terrà alla Camera tra nove giorni. Un appello rivolto alla sua maggioranza. Al Pdl, alla Lega. Non ci saranno riferimenti precisi ai finiani. Ma ci sarà una mano tesa ai «responsabili» che non hanno mai votato la fiducia al governo e che invece stavolta potrebbero dare il loro assenso. Una posizione che manda su tutte le furie Casini, che ieri ha cambiato i toni soft ed è andato all'attacco dei suoi in procinto di lasciarlo. Cosa mai avrà detto il Cav per seminare tanto panico? Prima interviene telefonicamente a un convegno ad Avellino di Noi Sud confermando così che gli uomini di Enzo Scotti sono rientrati a tutti gli effetti in maggioranza: «Non si andrà ad elezioni anticipate, perché gli italiani hanno dato un giudizio positivo su quello che abbiamo fatto e stiamo facendo». Assicura che «in Parlamento la situazione è sotto controllo e questo ci spinge ad andare avanti fino al 2013, per proseguire con le nostre riforme». Poi partecipa, sempre telefonicamente, a un convegno del Pdl a Cortina, e avverte: «Chi vorrà continuare a lavorare con i vecchi giochi di palazzo, credo che sarà destinato a fallire e a farsi del male da solo». Di qui l'appello ai «responsabili»: «Tra pochi giorni saremo in Parlamento per presentare i cinque ormai famosi punti: un grande patto di legislatura che tutti i parlamentari della maggioranza saranno chiamati a sottoscrivere e lo devono fare tutti», per rispetto agli elettori. «Rivolgeremo l'invito anche alle forze più responsabili dell'opposizione - insiste Berlusconi - affinché possano valutare il nostro programma di riforme e mettano da parte i loro pregiudizi». Il premier quindi promette: «Ci riteniamo obbligati a realizzare il programma presentato agli elettori - sono le sue parole - dobbiamo portare avanti le riforme, affrontare sfide importanti, dobbiamo farlo con la tranquillità dei risultati già raggiunti. In questi due anni di governo abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo governato bene da persone responsabili, abbiamo portato il Paese fuori dalla crisi. Credo che ci siamo comportati davvero come promesso, abbiamo affrontato con tempestività tutte le emergenze vecchie e nuove: i rifiuti di Napoli, il terremoto, abbiamo fatto rimanere in Italia la compagnia di bandiera». «Abbiamo fatto le riforme, quella della scuola, della Pubblica amministrazione, abbiamo fatto la riforma della giustizia civile - dice il presidente del Consiglio - abbiamo riaperto i cantieri delle grandi opere, torniamo sul sentiero dell'energia nucleare». Berlusconi spiega poi che se l'Italia cresce meno degli altri Paesi europei la causa è dovuta ad alcuni fattori: «Uno è quello che paghiamo l'energia importandola, abbiamo questo grande handicap, superabile solo nel tempo, e poi abbiamo ereditato un grande debito pubblico, sono tutti soldi sottratti alle grandi opere». Di Fini oramai più nemmeno un cenno. Dopo l'accusa di «dissennatezza» pronunciata a Taormina sabato, nel giorno di festa appena un velato accenno. «Abbiamo portato nella politica una nuova moralità», premette Silvio. Che aggiunge: «Non c'è più spazio per le correnti siamo la più grande forza popolare, che ha spazzato via il sistema dei partiti. La sovranità appartiene al popolo e in questa legislatura che questo governo deve fare le riforme. Lo farà con l'aiuto di tutti anche della gente che ha il compito di far conoscere a tutti cosa abbiamo fatto. Siamo sereni, fiduciosi, ricordiamo che siamo un grande esercito di libertà e democrazia che deve sconfiggere chi a questo bene si oppone».