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Fermi preventivi rischio troppo alto

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.Non «islamico» come si è preoccupato di sottolineare la Comunità musulmana inglese impegnata nel dialogo e nell'integrazione. I sei nordafricani fermati da Scotland Yard restano in stato di fermo. L'anti terrorismo ha perquisito le case degli algerini e gli uffici della società, Veolia Environment Services, per quale lavoravano come spazzini. È stato controllato da cima a fondo anche il deposito di «Chiltern Street» dove i cinque sono stati arrestati. Non è stato trovato nulla. Né armi o esplosivo. Nessun documento che possa far ricondurre il gruppo a una qualche cellula legata ad Al Qaeda. L'anti terrorismo ha ammesso che i sei fermati erano totalmente sconosciuti. Mai nessun sospetto su di loro. Scotland Yard ha voluto precisare che l'operazione non ha visto il coinvolgimento dell'Mi5, il servizio segreto di Sua Maestà. Il blitz è scattato per una soffiata. Voci raccolte da un informatore. Dettagli circostanziati che hanno costretto i poliziotti ad agire in fretta. «La polizia aveva poche scelte. Non potevamo rischiare». E l'arresto «è solo uno dei nostri metodi di indagine» non significa automaticamente colpevolezza. Così l'ex capo dell'anti terrorismo di Scotland Yard Bob Quick. Un'azione preventiva necessaria visto l'obiettivo, anche se fino a due ore prima che scattassero gli arresti intorno a Westminster, dove era previsto il discorso di Benedetto XVI, il livello di allerta era «low key», ovvero basso. Del resto proprio i costi per garantire la sicurezza del pontefice, 1,5 milioni di sterline, erano stati motivo di polemica. E polemiche già si preannunciano se non dovessero emergere prove concrete contro i sei spazzini nordafricani. A loro sfavore, per ora, solo delle conversazioni ascoltate e una serie di coincidenze. Il deposito della Veolia è a poco più di un chilometro da Hyde Park, dove Benedetto XVI ieri ha beatificato il Cardinale John Henry Newman. Cinque degli arrestati stavano per iniziare il turno nella zona di Westmister, dove il papa avrebbe parlato nel pomeriggio di venerdì. Se dovessero risultare innocenti, Scotland Yard subirebbe pesanti critiche. Già ora, lo scetticismo serpeggia nella stampa britannica. Il Times ieri parlava di «complotto» tra virgolette e sottolineava come la polizia non ha ancora trovato nessun indizio che possa far pensare a un attentato imminente. Il Guardian lascia intendere che Scotland Yard possa essere stato troppo prudente e abbia agito in fretta per star dietro all'intenso programma papale. Altre testate, come il Daily Mail, parlano del messaggio di Benedetto XVI lasciando ben poco spazio al resto. Il Pontefice e il suo seguito, invece, non hanno minimamente cambiato abitudini anche se Scotland Yard non ha fornito alla sicurezza vaticana dettagli sul blitz. Lo scorso giugno due studenti marocchini, Mohamed Hlal, 26, e Ahmed Errahmouni, 22, sono stati esplusi dall'Italia perché sospettati in concorso con altre persone di voler compiere un attentato a Benedetto XVI. I due, giunti in Marocco, sono stati presi in consegna dalla polizia e interrogati per una settimana, quindi sono stati rimessi in libertà. Il Marocco non ha trovato alcuna connessione dei due studenti con i gruppi terroristici. La prevenzione del resto passa attraverso misure straordinarie. Meglio rischiare di prendere un abbaglio che contare le vittime di un sospetto sottovvalutato.

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