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Il presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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Il Tar del Lazio riporta a 70 i consiglieri della Regione. I giudici amministrativi hanno accolto i ricorsi del Movimento dei consumatori e del capogruppo del Pd Esterino Montino. I tre seggi «tagliati» erano stati assegnati ad Enzo Di Stefano, Giancarlo Gabbianelli e Gianfranco Sciscione (tutti del centrodestra) che dunque dovranno lasciare l'Aula. «È una sentenza che non mi aspettavo, che considero ampiamente rivedibile in sede di appello al Consiglio di Stato al quale, ovviamente, i consiglieri regionali interessati, con i quali ho parlato al telefono, presenteranno la richiesta di sospensiva del provvedimento odierno - commenta la presidente del Lazio Renata Polverini - Ci saremmo aspettati un atteggiamento del Tar del Lazio simile a quello della Puglia che, di fronte ad un caso analogo, ha chiesto l'intervento della Corte Costituzionale dalla quale si attende, infatti, un provvedimento a breve che avrebbe ovvi riflessi anche sul caso dei nostri consiglieri. Consiglieri ai quali va tutta la mia solidarietà in attesa di vederli confermati, come meritano, nella rappresentanza dei territori che li hanno eletti con suffragi a dir poco lusinghieri». In effetti la decisione del Tar è piuttosto rilevante. Innanzitutto perché la maggioranza della presidente Polverini diventa più esigua. Ma anche perché dovrà lasciare l'Aula il capogruppo della lista civica della governatrice, Enzo Di Stefano. Non cambiano gli equilibri politici ma l'Udc a questo punto diventa fondamentale. Infatti il Pdl avrà 17 consiglieri, la lista Polverini 15. Con La Destra, che ha 2 rappresentanti, si arriva a 34. Poi c'è il capogruppo del Mpa. Dunque 35. L'opposizione ne ha 29. L'Udc, alleato con il centrodestra ma ancora visto con sospetto da tanti esponenti della stessa maggioranza, ha 6 consiglieri. Dunque diventa (ancora di più) l'ago della bilancia. E se nella maggioranza c'è già qualcuno che ipotizza che «i centristi sfrutteranno la situazione per cercare di ottenere più poltrone», è il vicepresidente della Regione e segretario laziale dell'Udc, Luciano Ciocchetti, a rimandare al mittente le accuse: «Abbiamo un patto con gli elettori e vogliamo governare questa Regione. Per noi la sentenza del Tar non cambia nulla. Certo la maggioranza dovrà avere più attenzione visto che ha tre consiglieri in meno ma gli equilibri non cambiano». Soddisfatto, invece, il capogruppo del Pd Montino: «La decisione del tribunale amministrativo del Lazio riporta la legalità all'interno del Consiglio regionale del Lazio e riconosce pienamente la fondatezza delle ragioni che ci hanno spinto a presentare il ricorso. È una decisione di buon senso che annulla le forzature e le interpretazioni di comodo. Il pronunciamento del Tar conferma che la democrazia si fonda su regole condivise e che le leggi vanno rispettate. Capisco che questi concetti non sono ancora ben saldi nel dna del Pdl, ma in democrazia le cose funzionano così. Nelle aziende private certamente è diverso. In base alla sentenza del Tar sono decaduti i consiglieri regionali Enzo Di Stefano e Sciscione della Lista Polverini, e Giancarlo Gabbianelli della lista Pdl». Netti anche i Radicali: «Con la decisione del Tar del Lazio si dà finalmente una risposta alla questione che, dall'inizio di questa legislatura, ha comportato ritardi nella costituzione della giunta e nella composizione delle commissioni. Al di là dei giudizi sul merito della decisione, che poteva essere facilmente prevista con una lettura attenta del combinato disposto delle norme che regolano la legge elettorale della nostra Regione, è urgente prevedere modifiche sul sistema elettorale in vigore, in senso uninominale e, dunque, antipartitocratico» dicono Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. Critica Veronica Cappellaro (Pdl): «All'improvvisato giurista Montino ricordo che la proclamazione dei 73 consiglieri regionali è stata fatta non dal Pdl o da questa maggioranza, ma dalla Corte d'Appello di Roma. Ciò vuol dire che di fronte a questa sentenza incomprensibile ci comporteremo nei modi consentiti dal nostro ordinamento, confidando che il ricorso al Consiglio di Stato annunciato dalla presidente Polverini renda giustizia rispetto al pronunciamento odierno del Tar».

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