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E la proposta del Carroccio divide i Democratici

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LiviaTurco, ad esempio, attacca il Carroccio: «Si definisce un partito popolare, si occupi dei problemi veri del Paese e in particolare delle condizioni delle donne italiane totalmente abbandonate e trascurate dall'attuale governo». «Il problema delle donne italiane - aggiunge - non è di certo il burqa, ma piuttosto la possibilità di avere un lavoro, una famiglia, senza per questo essere escluse dal mercato del lavoro; gli asili nido, totalmente assenti o con prezzi inavvicinabili; la scuola pubblica, completamente ridotta a pezzi. Quanto al burqa, quello che conta è la libertà delle donne e la sicurezza di tutti già prevista nell'articolo 5 della legge n.152 del 1975, e non di certo scagliarsi contro un indumento religioso solo perchè appartiene ad una tradizione culturale diversa dalla nostra». Di diverso avviso l'ex ministro della Pari Opportunità del governo Prodi Barbara Pollastrini: «Occorre un adeguamento legislativo saggio ed efficace. Ispirato alla tutela dei diritti umani delle donne, della libertà e dell'integrazione. Ritengo però che nelle scuole, e in altri spazi pubblici, il burqa debba essere vietato».

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