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Berlusconi: "Non c'è nessuna compravendita di parlamentari"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Non è in corso nessuna compravendita di parlamentari: i voti in più in Parlamento verranno per la maggior parte da chi è stato eletto nel centrodestra. È quasto il ragionamento svolto dal premier Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri, secondo quanto riferito da fonti governative, parlando del discorso programmatico che terrà a Montecitorio e al Senato. È stato il presidente del Consiglio, spiegano fonti governative, a voler introdurre l'argomento. E dopo aver negato che sia in corso una "campagna acquisti", il Cavaliere ha ha citato come esempio i deputati di Noi Sud, sostenendo che sono stati eletti con il centrodestra, ma anche quelli di Mpa ricordando che hanno sempre fatto parte della maggioranza.  Il premier non ha negato che comunque agli eletti nel centrodestra si possano aggiungere altri che attualmente stanno all'opposizione. È chiaro - è stato il suo ragionamento - che se altri parlamentari per senso di responsabilità e perchè condividono la nostra azione di governo vorranno aggiungersi saranno i benvenuti. Non ha fatto nomi e non ha citato l'Udc, spiega un ministro, ma il riferimento era chiaro. DUE PESI E DUE MISURE - A sostegno delle parole del premier ci sono anche le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. "Non esiste alcuna campagna acquisti in atto da parte di Berlusconi e degli esponenti del centrodestra - ribadisce la Gelmini - ma esiste un confronto con alcuni parlamentari che non si riconoscono più in una opposizione estremista e che, per senso di responsabilità, sono disposti al dialogo. Spiace rilevare il solito strabismo di chi plaude al passaggio di parlamentari dalla destra alla sinistra, considerandoli eroi della libertà di pensiero, e critica invece qualsiasi ipotesi di collaborazione tra eletti nelle file dell'opposizione e la maggioranza che sostiene il governo. È il solito gioco dei due pesi e due misure - conclude -  a cui una certa stampa e certi intellettuali ci hanno abituato dal 1994".   L'ASSE ROMA-PARIGI - Silvio Berlusconi inoltre durante il Consiglio dei ministri ha chiarito che sul tema dell'immigrazione "noi siamo sulla linea della Francia", riferendosi allo scontro tra il capo dell'Eliseo Nicolas Sarkozy e l'Unione Europea per l'espulsione di cittadini di etnia rom. A prendere la parola nella riunione odierna sono stati diversi esponenti dell'esecutivo, da Maroni e Calderoli a Ronchi e Frattini. Il presidente del Consiglio ha rimarcato come l'Ue abbia sbagliato nei modi a respingere la posizione francese. "I commissari europei - ha insistito il Cavaliere - non devono parlare in assenza di raccordo con i governi". È la vecchia tesi del Cavaliere, secondo cui a intervenire in questi casi deve essere soltanto il presidente della Commissione Barroso. Il premier, comunque, ha spiegato che l'Italia è d'accordo con la linea di Parigi.  

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