Sarkozy espelle i rom e manda l'Ue a quel paese
Nicolas Sarkozy è arrabbiato. Il presidente della Repubblica francese, al centro delle critiche della comunità internazionale per la decisione di rimpatriare i nomadi residenti illegalmente in Francia, non ci sta ad essere etichettato come razzista. Anzi, reagisce con una provocazione alle accuse della commissaria alla Giustizia dell'Ue, la lussemburghese Viviane Reding, che martedì aveva annunciato l'avvio di una procedura di infrazione contro Parigi per il mancato rispetto delle norme sulla libera circolazione delle persone nell'Unione: se vuole, accolga lei i rom nel suo paese. Ed esplode la polemica: gli Usa e la Germania criticano l'Eliseo, mentre Silvio Berlusconi benedice la sua politica di rigore sull'immigrazione. Sarkozy non ha parlato ai microfoni di radio e televisioni, ma la sua insofferenza è trapelata chiara dalle indiscrezioni di alcuni senatori del suo partito, l'Ump. Sono stati loro a riportare il pensiero del capo dell'Eliseo. A far perdere definitivamente la pazienza a Sarkozy, hanno detto, sono state le parole della commissaria alla Giustizia. La Reding aveva parlato di «disgrazia» in merito alla decisione dell'Eliseo di procedere a rimpatri «volontari» di coloro che risiedono in territorio francese ma non possiedono sufficienti mezzi di sostentamento. E aveva annunciato che l'Europa avrebbe agito contro la norma in quanto contraria al principio di libera circolazione delle persone in Europa, ma anche e soprattutto per il suo carattere discriminatorio, visto che nella circolare inviata ai prefetti per l'attuazione del provvedimento il ministero dell'Interno aveva invitato a procedere ai rimpatri dando «priorità» ai cittadini rom. A quel punto il presidente ha scelto la linea dura, lasciando ai senatori Bruno Sido e Michel Houel il compito di far fumare le pistole. Sono stati loro a dettare la linea dell'Eliseo: Parigi sta agendo bene, rispettando e applicando i regolamenti europei e le leggi francesi. Non ha niente da rimproverarsi. È invece scandaloso che l'Europa esprima giudizi così duri sulle scelte del governo. Poi, è arrivato l'affondo contro la Reding: la Francia sarebbe molto felice se il Lussemburgo, paese d'origine della commissaria alla Giustizia, potesse anche accogliere qualche rom. Ma Sarkozy se l'è presa anche con i suoi uomini al ministero dell'Interno, colpevoli di aver scritto la circolare che invitava i prefetti a «procedere in modo sistematico allo smantellamento dei campi abusivi, in particolare di rom» e che ha scatenato le ire dell'Europa. E infatti, mentre in serata la Reding ha precisato di non voler fare alcun parallelo tra la situazione francese attuale e le deportazioni della seconda guerra mondiale (come era sembrato martedì), su Parigi sono piovute le critiche degli Sati Uniti. La Francia, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, deve «rispettare i diritti della comunità rom». E il cancelliere tedesco Angela Merkel si è detta d'accordo con la sostanza del discorso della commissaria alla Giustizia, pur ritenendo eccessivi i toni usati. Sarkozy, comunque, è pronto a battersi. E oggi, al vertice dei capi di Stato e di governo di Bruxelles, potrebbe già scendere in campo per difendere le sue decisioni davanti al presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso.