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«Decreto vuoto. Così vince la Lega»

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Sela governatrice della Regione Lazio Renata Polverini e il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti esprimono la loro soddisfazione per la decisione presa ieri, plaudendo al voto favorevole del Pd, sono gli stessi esponenti democratici a frenare l'entusiasmo: «Il nostro voto - sottolinea Marco Causi, vice presidente della Commissione - va a sostegno della riforma di Roma Capitale, quale punto centrale di equilibrio e di simbolo dell'Unità nazionale. Dobbiamo però ricordare che questo primo decreto è vuoto di risultati concreti per la città, per i quali occorrerà aspettare un successivo decreto». Dello stesso parere Lucio D'Ubaldo, senatore Pd membro della bicamerale, secondo cui il riordino dei poteri e delle funzioni di Roma Capitale «è un processo avviato a stento, lascia l'amaro in bocca. È un moncherino, non una riforma. Tuttavia - spiega - abbiamo votato a favore volendo testimoniare il nostro pieno sostegno alla valorizzazione della Capitale come motore dell'Unità nazionale». La sensazione è che i rappresentanti democratici della Commissione abbiano dato il loro appoggio al decreto, in funzione anti Lega. «Il parere positivo della bicamerale è una bella notizia - spiega Raffaele Ranucci, senatore Pd - Rovinata però dalla minacciata diaspora dei ministeri da parte della Lega e dall'ennesima esternazione di Bossi che dichiara che potrebbe far mancare il suo voto al provvedimento in Consiglio dei Ministri». Anche chi si è astenuto non ha gradito le continue esternazioni del Senatùr e i suoi su Roma. «L'ok della Commissione è una vittoria a metà - spiega Alessandro Onorato, capogruppo Udc - perché come al solito si avverte il peso della Lega nel non voler riconoscere alla nostra città quello che le spetta. È assurdo immaginare che una città come Roma, che ha il triplo della popolazione di Milano e dieci volte il suo territorio, abbia solo 48 consiglieri». Più dura Linda Lanzillota, parlamentare dell'Api: «Abbiamo deciso per l'astensione perché il decreto non contiene nulla, è un bluff. Nella sostanza vince la Lega che dà un pennacchio a Roma mentre su altri tavoli si batte per il trasferimento dei ministeri». L'Idv ha votato contro. «È un provvedimento patacca. non decide nulla - spiega Felice Belisario - La Lega per tenere nella maggioranza Alemanno ha dovuto cedere su questo decreto che non serve né a Roma, né all'Italia». Na. Pie.

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