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Da Floris a Santoro via ai talk "armati"

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La terza Camera ha aperto i battenti. Mentre Montecitorio riavvia in modo sonnolento i lavori (pochi i presenti ieri nel Palazzo, Transatlantico quasi vuoto), il dibattito, quello vero, è partito sulle televisioni. Da Rai a Mediaset a La7 i talk show sono pronti a darsi battaglia, a contendersi gli ospiti a colpi di share, in sostanza a dettare la linea alla politica. Ieri è stata la volta del Porta a Porta di Bruno Vespa e di Ballarò con Floris con due temi cruciali. «C'è una maggioranza efficiente, in grado di governare? Esiste un'alternativa?» è la domanda che Floris ha girato a Anna Finocchiaro del Pd, al leader dell'Udc Pierferdinando Casini, al leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola, al vicepresidente della Camera Maurizio Lupi del Pdl e al finiano Fabio Granata. Da Vespa invece i sondaggi di tre centri di ricerca sul gradimento ai partiti se di dovesse andare a votare a breve. Oggi Matrix ospiterà Gaucci e si preannunciano rivelazioni sul caso della casa a Montecarlo. Su La7 il ritorno dell'Infedele di Gad Lerner è ripartito da un milione 48 mila telespettatori, con il 4,64% di share. Poi giovedì 23 il rientro di Santoro. Per Annozero ci sono alcuni ritardi organizzativi, molti contratti da firmare, in primis quello di Marco Travaglio che fino ad oggi non è stato contattato. C'è attesa anche per il «salottino» di Serena Dandini. Del tutto archiviata l'ipotesi di un contro-Santoro da affidare a un gornalista di chiara impostazione di centrodestra. Così, a conti fatti, la pattuglia dei talk da cui ci si possono aspettare bordate alla maggioranza risultano nettamente superiori. A sparigliare le carte su uno scacchiere già noto ai telespettatori c'è il Tg di Mentana in concorrenza con il Tg1 di Minzolini e il Tg5 di Mimun. I talk show sono tutti «armati», la tensione politica è alta e la grancassa è inevitabile. Il che se da una parte favorisce l'audience dall'altra fa aumentare il tasso della bagarre con un impatto sulla politica non trascurabile. E proprio per evitare straripamenti polemici, il primo cda dell'azienda di Viale Mazzini ha messo all'ordine del giorno il tema l'informazione del servizio pubblico.   Il che tradotto significa quali paletti mettere ai talk show affinchè non si trasformino in vere arene con i conduttori a fare da gladiatori. Il direttore generale Mauro Masi avrebbe messo a punto una sorta di codice che prevede una serie di stop: niente coinvolgimento del pubblico che fa da claque, niente monologhi senza contradittorio, niente ospiti unici o presunti esperti con studi come pistole puntate contro la maggioranza. Ogni puntata dovrà essere un calibrato gioco di equilibrismo e non un cannone pronto a sparare al governo. E questo sistema di regole vale per tutti da Santoro, alla Dandini a Floris ma anche per Vespa. Questi steccati sono più di una moral suasion. Masi vuole essere informato della scaletta delle trasmissioni. Insomma niente problemi che piombano addosso alla direzione come fulmini a ciel sereno. Il direttore generale ha già inviato ai direttori di rete e ai conduttori una lettera con cui sollecita il rispetto dell'imparzialità. Il che significa evitare anche gli applausi del pubblico che sono una forma di tifoseria a favore di questo o quell'ospite. Pare però difficile che questa gabbia possa resistere e si prevedono scintille. Il consiglio d'amministrazione di oggi si prevede infuocato anche perchè potrebbe risentire dei nuovi equilibri all'interno della maggioranza. Il consigliere Rositani, in quota Fini, sarebbe in manovra di avvicinamento a Berlusconi. C'è poi il ruolo della Lega che forte dei sondaggi che la danno in crescita, vuole contare di più nelle decisioni aziendali. Ma non c'è solo questo. Il cda si occuperà anche del caso-Minzolini. Il direttore del Tg1 è nell'occhio del ciclone per l'editoriale sul voto anticipato. In quella occasione il presidente dell'azienda di Viale Mazzini inviò una lettera a Masi sottolineando che «i limiti dell'informazione del servizio pubblico erano stati valicati». Garimberti quindi riproporrà all'attenzione del cda questo nodo alla luce della direttiva che i vertici Rai vogliono dare sull'informazione politica improntata al massimo equilibrio e pluralismo. La guerra dei talk show e dei Tg si combatte a colpi di share e il cda esaminerà anche i dati di ascolto dei Tg confrontati con quelli del Tg5 e del Tg de La7 di Mentana.  

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