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Pontone sotto torchio per il prezzo della casa

Franco Pontone

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Sono bastate due ore per chiarire ai magistrati che lui non ha fatto altro che eseguire gli «ordini». Il senatore di Futuro e Libertà Francesco Pontone ha infatti spiegato agli inquirenti come si sia arrivati alla decisione di vendere l'immobile di Montecarlo dove viveva il «cognato» di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani. Il parlamentare di centrodestra è arrivato ieri pomeriggio in procura a piazzale Clodio alle 15,45 ed è uscito alle 18: prima di entrare nella stanza del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che indaga per truffa aggravata, ha evitato i cronisti. Al termine dell'audizione, invece, Pontone, con al braccio un tutore, è salito a bordo di un'auto di colore grigio, circondato dalle guardie del corpo, e si è allontanato rilasciando esclusivamente una dichiarazione: «In merito alla compravendita sapete già tutto, lo avete letto sui giornali». Al centro dell'audizione, ci sarebbe stata la compravendita della casa, ma non tanto per capire chi l'ha decisa e chi ne era a conoscenza, ma piuttosto perché si sia arrivati a dare il via libera alla vendita della casa dopo l'offerta di trecentomila euro: una cifra che sarebbe molto inferiore al valore dell'appartamento. Al testimone, comunque, sono state fatte domande anche sulla vendita dell'appartamento in Boulevard Princesse Charlotte ed è stato chiesto di spiegare chi era a conoscenza di quest'operazione immobiliare. A riguardo, il parlamentare avrebbe riferito che la vendita della casa ex An, nella quale viveva in affitto il fratello della compagna di Fini Elisabetta Tulliani, è stata decisa dal «partito». Quindi, Pontone si sarebbe limitato a eseguire le direttive di Alleanza Nazionale. E, al momento della vendita della casa non aveva idea di chi sarebbe poi andato ad abitare in quell'appartamento. Per quanto riguarda inoltre il valore dato all'abitazione di Boulevard Princesse Charlotte, gli inquirenti hanno intenzione di ascoltare nei prossimi giorni il deputato del Pdl, Donato Lamorte, e Rita Marino, segretaria particolare dell'allora presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Entrambi infatti eseguirono un sopralluogo a Montecarlo dopo la donazione dell'immobile avvenuta da parte della nobildonna romana Anna Maria Colleoni.   I magistrati romani vogliono quindi accertare lo stato in cui era la casa: l'obiettivo è verificare il reale valore economico dell'appartamento al momento della cessione. Inoltre, non sarebbero ancora giunti da Montecarlo nelle mani dei magistrati romani i documenti sollecitati tramite rogatoria. Proprio dopo la lettura delle carte che saranno inviate dal Principato nei prossimi giorni, gli inquirenti romani decideranno se convocare o meno il «cognato» di Fini, Giancarlo Tulliani. «Non mi risultano altre offerte di acquisto della casa di Montecarlo, oltre a quella fatta dalla società "Printemps Ltd"». Il tesoriere di An ha anche affermato davanti al procuratore aggiunto di aver visto solo una volta Giancarlo Tulliani: «Fu nel corso di una cena che si tenne dopo la vendita dell'immobile a Montecarlo». Ma non sapeva che sarebbe stato lui l'inquilino di quell'appartamento.  

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