"Tessere e sezioni, così rifaccio il Pdl"
{{IMG_SX}}Una campagna per il tesseramento al Pdl, una nuova organizzazione del partito e i congressi. Poi l'impegno affinché la legislatura si chiuda fra tre anni. Contando, nel caso, sui voti dei centristi. Silvio Berlusconi arriva alla festa dei giovani del Pdl, al Colosseo, poco dopo le 11. Sorride, manda baci dal palco e avverte: «Ce la faremo». Parte con una battuta: «Speriamo di fare meglio del Milan e della Roma (entrambe sconfitte in campionato, ndr). Ma certo che ce la faremo», ripete. Il colloquio con il ministro Giorgia Meloni va avanti per due ore. Berlusconi attacca la Sinistra: «Ciò che ci unisce - spiega ai sostenitori - è che non abbiamo mai creduto nell'ideologia comunista». E aggiunge: «Forse ora hanno capito che il comunismo non è un sistema valido ma le loro ricette non fanno il bene del nostro Paese. Vogliono reintrodurre l'Ici, aprire le frontiere agli immigrati e intercettazioni telefoniche a go-go». Richiama i sondaggi per cui «con la Lega siamo oltre il 50 per cento» e si sofferma sui finiani. Nessuna critica, anzi. «Ci sono 30 e passa deputati che hanno deciso di entrare nel nuovo gruppo. Per un verso è apprezzabile perché pagano un debito di riconoscenza a chi li ha messi in lista. Ma spero che facciano lo stesso col simbolo del Pdl su cui era scritto il mio nome». Anche perché, ribadisce, «non ci sono state espulsioni ma solo dei deferimenti di tre persone al collegio dei probiviri che ancora non si è riunito». In ogni caso l'ottimismo fa la parte del leone: «Non credo che nessuno del nuovo gruppo voglia venire meno all'impegno verso gli elettori. Credo che saranno leali». Poi richiama il coinvolgimento di alcuni deputati centristi che «potrebbero votare in dissenso con il loro leader, non facendo mancare il loro appoggio». Nel pomeriggio chiarirà: «Il mio discorso sui centristi non riguardava in modo specifico l'on. Casini e l'Udc, ma si riferiva in generale alla posizione centrista in quanto tale. A mio avviso il bipolarismo rimane valido, e di fronte all'alternativa tra il Popolo della Libertà e la sinistra, la grande maggioranza degli elettori centristi si schiererà con il centrodestra, anche se i loro leader faranno una scelta diversa. È stato un discorso rivolto al futuro in caso di elezioni, non al presente». Sui cinque punti per rilanciare l'azione di governo, che saranno sottoposti alla fiducia a fine settembre, il premier assicura: «Non solo ci sarà la maggioranza, ma ci sarà una grande maggioranza». E aggiunge: «Non possiamo andare al voto perché in questa situazione non è possibile e un terzo degli italiani ci direbbe che non siamo stati capaci di mantenere la maggioranza che avevamo». Un messaggio che invia all'Udc, riunita a Chianciano, è di non coltivare l'illusione di non schierarsi o di formare un terzo polo: «Non credo che alcuni partiti possano continuare a non scegliere» o «a mettersi in un'altra formazione che non avrebbe alcuna possibilità» di concorrere alla guida del Paese. Il discorso del Cavaliere si concentra sul Pdl. «Largo alle donne e ai giovani» dice Berlusconi annunciando una «riorganizzazione». Ci sarà un «team in ogni distretto elettorale», cioè ogni 6-700 persone, per «comunicare i nostri programmi», poi i congressi. L'invito rivolto ai giovani di Atreju è a «diffidare da chi non ride mai» e così il premier si concede una serie di battute: una barzelletta su Hitler, i racconti sulla Thatcher e il rapporto con la stampa («mi disse che leggeva solo gli articoli positivi su di lei e il governo»), il numero di telefono chiesto alla ragazza che gli propone il gioco della Torre. L'applauso più grande arriva all'invito del ministro della Gioventù «a non ricandidare chi ruba nel Pdl». Il premier annuisce ma avverte: «Il giudizio su queste persone deve essere dato da un organo interno al nostro partito e non da una certa magistratura».