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Clio Pedone «Non esiste ancora un movimento giovanile e Atreju ne è la conferma».

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Altermine del summit che ha visto impegnati per cinque giorni le due componenti della gioventù del centrodestra, è difficile intercettare critiche. Dopo il discorso di Berlusconi tutti si dileguano senza voler commentare e quando le domande vertono sul rapporto tra i berluscones e gli ex aennini le espressioni dei militanti diventano tese. Innegabile la massiccia presenza di Azione Giovani rispetto ai militanti di Fi; l'organizzazione degli stand, gli slogan e i simboli non sono cambiati rispetto alle precedenti edizioni. «È la festa di Ag e la Meloni è l'indiscussa padrona di casa» commenta Chinni, un militante atipico, politicamente scorretto e poco preoccupato delle reazioni che susciterà. «Molti mi definiscono un camerata! Scherzi a parte, faccio parte di FI fin dal mio approdo in politica, però sono uno dei pochi che lavora attivamente sul territorio tanto che la mia legittimazione partitica deriva solo da quella elettorale». Giunta alla sua dodicesima edizione, Atreju continua così ad essere una festa discussa tanto che Chinni non la pensa così: «Immaginavamo che anche la fusione tra i giovani sarebbe stata complessa, adesso però siamo molto in ritardo rispetto ai tempi che avevamo preventivato». Non esita a bacchettare molti dei giovani forzisti, ma puntualizza che «non c'è stata la vera volontà di dar vita a una festa della Giovane Italia e continuando a ragionare nell'ottica di quote Ag e quote Fi si perderà di vista la missione». Chinni è giovane ma determinato: «Le liste imposte dai partiti e il listino bloccato non consentono una giusta selezione della classe dirigente, che andrebbe invece selezionata partendo dai territori. Certo, le preferenze creerebbero clientelismo, ma con un controllo effettivo sulle spese dei candidati si potrebbe ovviare al problema. Ci vorrebbe una legge dello Stato che garantisse aiuti economici ai giovani che vogliono fare politica». Della prossima edizione di Atreju preferisce non parlare, ma dopo qualche esitazione confessa: «In realtà, spero non ci sia nessuna Atreju 2011, oppure che resti la festa solo di una componete. Per la Giovane Italia invece vorrei una manifestazione nuova».

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