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Frattini su Battisti: «Lula applichi il trattato di estradizione»

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Dalpalco di Atreju il ministro degli Esteri Franco Frattini chiarisce che sulla vicenda del terrorista prigioniero nel penitenziario della Papuda a Brasilia, il governo non ha abbassato la guardia. L'applicazione del trattato, aggiunge, «sarebbe un atto di rispetto verso il diritto, l'Italia, l'Unione Europea e verso una legge che il Brasile è tenuto a rispettare. Il nostro non è un appello alla clemenza bensì un richiamo ad applicare le regole. Per ora ci limitiamo a chiedere questo». Frattini, che alla festa dei giovani del Pdl presentava il libro "Gli amici del terrorista. Chi protegge Cesare Battisti", ha ricordato la sua esperienza di magistrato quando faceva parte del collegio di accusa della colonna romana delle Brigate Rosse. Dai terroristi «non ho avuto nessuna parola di pietà verso coloro che avevano ucciso» nel pieno rispetto della logica «nessun colpevole - tutti colpevoli, la logica di aberrazione di chi non si è mai pentito». Quindi il consueto gioco della torre. Tra Josè Manuel Barroso e Romano Prodi? «È facile, butterei giù dalla torre Prodi». Al ministro è stata poi presentata un'altra scelta da affrontare: buttare giù i cammelli o le amazzoni con un riferimento sottinteso alla recente visita di Gheddafi. Il titolare della Farnesina, scherzando, ha affermato: «Butto i cammelli, occorre avere grande rispetto delle amazzoni perché da vicino incutono un certo timore».

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