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E a Venezia scoppia la guerra delle bandiere

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Tuttoè pronto a Venezia. Il grande palco dal quale oggi l'Umberto chiuderà ufficialmente la manifestazione dei popoli padani svetta già lungo Riva Sette Martiri. A fargli da cornice la Laguna veneta che diventerà la protagonista dell'ormai tradizionale rito leghista: la Cerimonia dell'Ampolla. Un evento che vedrà Bossi riconsegnare all'Adriatico le acque del Po raccolte venerdì scorso alle sorgenti del fiume sul Monviso. L'appuntamento è per le dieci di questa mattina quando, con il tradizionale alzabandiera accompagnato dalle note del Va Pensiero, si aprirà l'ultimo giorno della manifestazione leghista arrivata alla sua quindicesima edizione. Ma è proprio sull'alzabandiera in stile nordista che vedrà sventolare sul pennone i vessilli della Serenissima e del Sole delle Alpi, che molti veneziani metteranno in atto la loro - si spera pacifica - «guerra». Una battaglia a suon di Tricolori appesi alle finestre. Più di mille vessilli distribuiti gratuitamente dal "comitato bandiera italiana" che domani saranno sventolati nella speranza di contrastare la marea di Soli celtici che invaderanno l'isola. E cosi basta fare una passeggiata per le calli veneziane, dalla Strada nova a Castello, per rendersi conto come l'organizzazione pro Tricolore abbia conquistato i lagunari. E non solo loro, basta girare gli occhi verso l'Isola della Giudecca, davanti alla quale oggi passerà la motonave con i big leghisti, per vedere un tripudio di verde, bianco e rosso. Certo è che il popolo del Carroccio non starà a guardare. Già ieri c'era stata qualche piccola discussione, civile, con i primi leghisti che si fermavano davanti ai banchetti del Comitato bandiera italiana. «Ci va bene tutto - spiega il portavoce del Comitato, Cino Casson -, basta solo che si ricordino che qui sono in Italia, non in Padania». Intanto però la marea verde, incurante degli avvertimenti, invaderà la Laguna. E se nei giorni scorsi gli unici leghisti che si palesavano erano i tremila volontari del Carroccio che lavoravano sodo sotto il sole per issare gazebo, banchetti e tutto ciò che serve per il mega-raduno, da questa mattina l'iconografia della Festa Padana prevarrà sulla romantica Venezia: gli Alberto Da Giussano, le bandiere venete, i «Braveheart» lombardi, coloreranno la città e l'immensa Riva Sette Martiri, dove l'imponente palco su pontoni galleggianti ospiterà lo stato maggiore leghista, da Bossi, Maroni e Calderoli ai neo governatori di Veneto e Piemonte, Luca Zaia e Roberto Cota. E, secondo gli organizzatori della kermesse, proprio la conquista da parte del Carroccio di queste due Regioni potrebbe portare più gente del solito in Laguna. Al momento sono attesi tra i 30 e i 40mila arrivi, i più ottimisti sperano di toccare quota 50mila. Ad accoglierli, però, non ci saranno solamente i generali dell'Umberto, ci sarà anche lei, l'impavida Lucia Massarotto. Colei che da più di dieci anni, dalle finestre di casa sua, poste esattamente di fronte al palco leghista, sventolerà il tricolore italiano incurante di quel mare di Soli celtici che tenteranno di oscurarla. Ale.Ber.

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