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Gianfranco assicura lealtà all'esecutivo E Schifani: "Non si può sfiduciare"

Renato Schifani

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«Sono convinto, anche alla luce delle ultime notizie italiane, che la legislatura andrà avanti» ha detto ieri Gianfranco Fini, a Ottawa per la conferenza dei presidenti dei Parlamenti del G8. Sarà la strategia di Berlusconi, che sta mettendo in piedi un gruppo alla Camera che possa sostenere il governo a prescindere dai finiani, oppure il timore del voto anticipato. Fatto sta che Fini manda messaggi rassicuranti: «Tutti i miei colleghi presidenti dei Parlamenti del G8 seguono con attenzione quello che accade a Roma e ho detto loro che non ci sono motivi particolari di preoccupazione per quel che riguarda la capacità dell'Italia di onorare i suoi impegni internazionali». Sull'annunciata richiesta di dimissioni nei suoi confronti da parte di Berlusconi e Bossi, il presidente della Camera ha commentato positivamente le affermazioni del presidente del Senato a Gubbio: «Non sono sorpreso, perché il presidente Schifani conosce molto bene la Costituzione. Lo ringrazio per le affermazioni. È la riprova che alcune polemiche durano davvero lo spazio di un mattino». In effetti Schifani, alla scuola di formazione del Pdl a Gubbio, ha ricordato che «per regolamento e Costituzione il presidente Fini non è affatto sfiduciabile, se esercita il suo ruolo con autorevolezza, imparzialità e professionalità, che gli vengono riconosciute». E ha avvertito che gli italiani chiedono «l'attuazione del programma e governabilità». Per questo, le elezioni anticipate «sono sempre un trauma» e «vanno evitate a meno che non ci siano situazioni e circostanze tali e irreversibili che innescano una crisi irresolubile», ha avvertito, invitando tutti ad «abbassare i toni» della polemica. Contenti, ovviamente, i finiani che però incassano l'ennesima critica dal premier Berlusconi che ha derubricato a «piccole questioni» quelle di chi, invece dell'interesse nazionale, ha a cuore solo la sua «aziendina politica». Battute velenose che i fedelissimi del presidente della Camera rimandano al mittente.

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