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Bossi: "Alle urne subito. Se serve sfiduciamo il governo"

Umberto Bossi e SIlvio Berlusconi

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Votare contro il governo? «Esiste anche questa possibilità...». E cosa dire a Gianfranco Fini che non intende lasciare la poltrona di presidente della Camera? «Prr..». Con il solito stile pittoresco, Umberto Bossi ha espresso così il suo giudizio sull'attuale crisi politica. Dedicando una piccola ma ben mirata pernacchia al leader di Fli. E minacciando: la Lega potrebbe scegliere di sfiduciare Berlusconi, se questo servisse a portare in fretta a nuove elezioni. Il leader «lumbard» insomma continua a premere forte per un ritorno alle urne. Votare il prima possibile, ha detto anche ieri, è «la vera via d'uscita» dalla impasse in cui la maggioranza è precipitata nelle ultime settimane, e che sta logorando il governo. Perché è l'unica che rispetterebbe a pieno la volontà popolare. Non a caso Bossi continua a guardare all'ipotesi di un governo tecnico col fumo negli occhi. «Sono contrario», anche perché «abbiamo vinto noi le elezioni», ha ribadito ieri. Una posizione non nuova, quella del Carroccio. Per i leghisti rimescolare la maggioranza per tenere in piedi la legislatura sarebbe l'ennesima manovra di palazzo che sa tanto di Prima repubblica. Ma sul no al governo tecnico anche il presidente del Consiglio è d'accordo. «Impossibile farlo contro me e Berlusconi», ha detto anche ieri Bossi. E poi «ci sono già tanti cornuti in giro...», ha aggiunto sarcasticamente. Per scongiurare questa eventualità la Lega è pronta a scendere in strada: «Pensate se io e Berlusconi portiamo 10 milioni di persone a Roma...», ha detto il «senatùr». La minaccia della piazza per ora sembra comunque l'ultima risorsa: prima c'è il confronto in aula. E anche qui Bossi ha fatto capire di voler giocare forte: obiettivo, sempre e comunque, le elezioni. Ottenerle «non dipende solo da me», ha precisato. La prima mossa potrebbe venire da Berlusconi: il premier «potrebbe dimettersi», ha ipotizzato. Ma se si cercasse la fiducia alla Camera, potrebbe essere il Carroccio stesso a votare la sfiducia all'esecutivo. Bossi è stato chiaro: «Esiste anche questa possibilità», ha riconosciuto. In questo modo si eviterebbe la lotta al massacro per cercare di «stanare» i finiani. Ma l'uscita di Bossi potrebbe essere letta anche come una «minaccia» al premier, nel caso in cui dovesse scegliere di rinunciare a percorrere la strada delle urne. Per Gianfranco Fini, invece, il leader della Lega ha pronosticato la morte politica. «Ognuno si fa uccidere dall'elettorato come vuole...», ha commentato. E a chi gli chiedeva un'opinione sulla decisione del leader Fli di non dimettersi da presidente della Camera, si è lasciato andare a una sonora pernacchia. Il «senatùr» intanto ha ribadito la volontà di un incontro al vertice con il presidente della Repubblica Napolitano. Il leader del Carroccio potrebbe salire al Colle all'inizio della prossima settimana.

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