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Napolitano non potrà richiamarlo fino a quando non violerà i regolamenti

Giorgio Napolitano

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Chiedere al Capo dello Stato di intervenire per far dimettere il Presidente della Camera è un fatto che non è mai avvenuto. E non è neppure nei poteri che la Costituzione affida a Giorgio Napolitano. E infatti Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, se e quando saranno ricevuti al Quirinale (ieri ancora dal Colle non avevano ricevuto alcuna telefonata), con tutta probabilità non insisteranno con questa richiesta. Piuttosto discuteranno con il Capo dello Stato di una situazione che effettivamente è diventata anomala, da quando Gianfranco Fini ha di fatto fondato un suo partito. Ma dopo averli ascoltati il Capo dello Stato non potrà far molto di più di promettere un suo intervento nel caso il presidente della Camera dimostri in qualche occasione di non garantire il corretto svolgimento dei lavori in aula. Cosa che, fino a oggi, nessuno può però rimproverare a Gianfranco Fini. Tra l'altro è noto che tra l'ex leader di Alleanza Nazionale e il Quirinale c'è da tempo un buon feeling. Napolitano ha molto apprezzato i rilievi che il presidente della Camera ha fatto nell'ultimo anno sui provvedimenti che il Pdl voleva portare in aula e che per il Colle presentavano rilievi di incostituzionalità. È stato così sul disegno di legge sulle intercettazioni ed è stato così sul cosiddetto processo breve che infatti poi Berlusconi ha deciso di togliere dal programma. Piuttosto, sottolineano ambienti finiani, quello di salire al Quirinale è un altro passo per inasprire il clima politico, una «concessione» che Berlusconi paga alla Lega. Il Carroccio, infatti, è intenzionato a fare tutto il possibile per accelerare sulla strada della crisi e arrivare ad elezioni anticipate. Ieri pomeriggio, intervenendo alla Festa del partito Democratico a Torino, anche Giuseppe Pisanu, senatore del Pdl ed ex ministro dell'interno, ha spiegato che la richiesta di incontrare Napolitano è fuori da ogni logica. «Non è prassi costituzionale - ha detto - non si vedono né infrazioni costituzionali né di tipo regolamentare che possano motivare la richiesta di dimissioni». «Le posizioni di Fini - ha proseguito - sono criticabili e censurabili come si vuole ma sul resto è meglio andare con cautela. Però sono convinto che Berlusconi e Bossi conoscano bene i limiti costituzionali della vicenda e Napolitano li rispetterà con il consueto scrupolo». Poi il presidente della commissione Antimafia è intervenuto anche sulla possibilità di elezioni anticipate. «Io non penso - ha detto - che le sole vie possibili sono o che il governo tira le cuoia o che tira a campare per poi tirare le cuoia. Io penso che ci sia una via che non può prescindere da chi ha come Berlusconi, ancora un forte mandato popolare. E poi deve vincere l'Italia e non è detto che se vince Bossi vince l'Italia».

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