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In procura la verità del tesoriere ex An

Franco Pontone

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Il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di Alleanza nazionale, secondo quanto risulta a Il Tempo verrà chiamato il 14 settembre dai magistrati della Procura di Roma per raccontare la sua verità sulla vendita dell'appartamento di Montecarlo a una società off-shore con sede ai Caraibi e poi affittato al cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. Pontone agiva grazie a una procura generale del presidente del partito: ogni atto firmato era autorizzato dal presidente del partito, compresa la vendita dell'abitazione monegasca, frutto dell'eredità Colleoni. La magistratura deve chiarire gli aspetti legali della vicenda, cioè se vi sia stata elusione-evasione fiscale, riciclaggio o altri reati connessi alla transazione. Lungi da noi sostituirci ai magistrati, non ne abbiamo le competenze né tantomeno la presunzione di farlo. Ma poiché siamo curiosi e rispondiamo ai lettori che vogliono conoscere i fatti di questa vicenda rimasti ancora oscuri, elenchiamo alcune domande che ci piacerebbe fossero poste dai giudici al senatore Pontone. 1) Quando la proprietà dell'appartamento di Montecarlo ereditato dalla contessa Colleoni e censito dalle autorità monegasche è passata ad Alleanza Nazionale quali procedure sono state seguite? È stato dichiarata al fisco italiano? 2) Quando il partito ha deciso di vendere l'appartamento di Montecarlo chi le ha indicato il compratore? 3) Perché l'immobile è stato ceduto a una società off-shore e non attraverso una semplice agenzia immobiliare in loco oppure affidandosi alle cosiddette Sci monegasche, ovvero le Società Civili Immobiliari, altrettanto sicure e molto meno costose? 4) I rappresentanti della Printemps con cui è stato firmato l'atto di compravendita si sono presentati come mediatori o come interlocutori diretti? E, nel primo caso, chi è il compratore per conto del quale è stata fatta la mediazione? 5) Alla società Printemps, o ad altre società off-shore, sono stati ceduti altri beni oltre all'appartamento di Montecarlo? 6) È vero che l'immobile è stato ceduto per 300.000 euro? E se sì, perché la vendita è stata effettuata - pur tenendo conto delle spese di ristrutturazione - a un terzo del valore di mercato? 7) Se è vero, come sostiene il presidente del partito, che la stima fu fatta dalla società che amministra il condominio, perché non vi siete rivolti anche a consulenti immobiliari o esperti del settore secondo una procedura solitamente seguita da chi vende un immobile volendo trarne il massimo profitto? 8) Quali sono gli uffici di An che verificarono la congruità della cifra e consigliarono di dare il via libera? 9) È vero che An ha ricevuto altre proposte di acquisto come dichiarato dal senatore Antonino Caruso il quale sostiene di avere ricevuto al momento dell'eredità, per tramite del notaio Aureglia (lo stesso che poi redigerà l'atto di vendita nel 2008), un'offerta di acquisto per un milione di euro? 10) L'incasso frutto della vendita dell'immobile alla società Printemps è stato denunciato da An al fisco italiano? 11) Al momento della acquisizione testamentaria An ha pagato la tassa di successione del 16% al governo monegasco? E se sì, su quale valore? 12) Il partito era a conoscenza che l'appartamento di Montecarlo era stato poi ceduto in locazione a Giancarlo Tulliani, cognato del presidente Fini? 13) Perché nell'intermediazione - come detto anche da Fini nella sua nota di precisazione sul caso – ha avuto un ruolo Giancarlo Tulliani con le sue conoscenze a Montecarlo? 14) Come spiega questa curiosa coincidenza? 15) Il partito ha mai manifestato a Giancarlo Tulliani l'opportunità di rescindere il suo contratto di affitto con il proprietario dell'immobile di Montecarlo? Eccole qua, quindici semplici domande per il senatore Pontone che, da galantuomo partenopeo quale è, avrà modo di spiegare alla magistratura cosa è successo. Almeno per mettere fine a questo micidiale gioco al cerino. Un'intera scatola di fiammiferi è in mano al povero tesoriere, un uomo tutto d'un pezzo che usa dire: «L'unico patrimonio che lascerò a mia figlia è il mio onore». In sua difesa non s'è levata alcuna voce, tantomeno quella del capo. E allora senatore, faccia sentire la sua.    

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