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Fli se la prende con la Lega

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (S) e il leader della Lega Nord Umberto Bossi

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I finiani tengono botta e confermano che saranno leali con il Pdl. Piuttosto se la prendono con la Lega. Non solo. Con il clima che s'è creato dopo il discorso di Fini a Mirabello un pensiero alle elezioni lo fanno pure loro. Anche perché ieri Umberto Bossi è stato chiaro: «Meglio andare a votare ora perché c'è una finestra per l'economia tranquilla, la situazione è ferma e si può andare alle elezioni». Il senatùr ha aggiunto: «Più passa il tempo e peggio è» ma non si è sbilanciato sui tempi: «Dipende se Berlusconi vuole andare a votare. E poi dobbiamo studiare la via con il presidente della Repubblica». L'ipotesi elezioni non impaurisce i finiani. «Se qualcuno dovesse sciaguratamente condurre il Paese alle urne con un altro strappo politico-istituzionale è evidente a tutti che noi tenteremmo di organizzare un altro centrodestra rispettoso delle istituzioni, che abbia senso dello Stato, moderno, europeo, plurale e democratico» ha spiegato il vice ministro Adolfo Urso intervenendo a Torino alla Festa Democratica nazionale. E se le richieste di dimissioni di Fini vengono rimandate al mittente dai fedelissimi, si apre lo scontro con il Carroccio. «Il vero problema di questa impasse politica non è da rintracciare nel riposizionamento politico di alcuni referenti del Pdl, ma nell'eccessivo e logorante asservimento di quello che era il grande progetto del Popolo della libertà nelle sue intenzioni ai ricatti della Lega e le ultime ore stanno confermando tutto questo» sottolinea Aldo Di Biagio, deputato di Futuro e libertà per l'Italia. Il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, va sulla stessa scia e sulle eventuali dimissioni del presidente di Montecitorio precisa che si tratta di una richiesta che «supera negativamente la proposta che Fini aveva fatto di un patto di legislatura ma dobbiamo ricordarci tutti che abbiamo un patto con gli elettori». Insomma è «una richiesta irricevibile - continua Bocchino - che apre solo uno scontro istituzionale di cui il Paese non aveva bisogno. Non sono belle scene». E giù col Carroccio: «Berlusconi si è accanito contro Fini senza capire che erano altri a creargli problemi, e penso alla Lega, che ha tutto l'interesse ad andare al voto. Se si vota Berlusconi avrà la maggioranza alla Camera ma non al Senato e Bossi avrà gioco facile per fare un governo alternativo. Questo Berlusconi non l'ha ancora capito». Netto anche il deputato Enzo Raisi: «Noi abbiamo proposto un patto di legislatura. Mi sembra evidente che oggi più che mai si dimostri come la maggioranza sia sotto lo scacco della Lega, che pensa solo ai suoi interessi e conta di tornare al tavolo con più voti di prima». Non usa mezzi termini il deputato Luca Bellotti: «Lo spettacolo che dà la Lega in queste ore potrebbe essere ben ricompreso nel teatro dell'assurdo». A gettare benzina sul fuoco ci pensa il vicepresidente della Commissione Antimafia Fabio Granata: «Mentre nei confronti del presidente Fini continua senza sosta la "lapidazione" mediatica da parte di alcune testate giornalistiche con l'appoggio esterno di un più ampio supporto mediatico, sembra che manifestare contro il presidente del Senato Schifani o esprimere opinioni politiche sulla necessità di approfondimento di alcune questioni delicatissime antecedenti il suo attuale ruolo,sia reato di lesa maestà. Nelle sedi opportune - ha aggiunto - si chiariranno entrambe le vicende ma è paradossale che sulla prima, enormemente meno grave, si possa, come è giusto, discutere e parlare, mentre la seconda è diventata tabù». E l'associazione Gaylib se la prende con il capigruppo al Senato del Pdl e il ministro della Difesa: «Gaylib ruota da anni intorno al centrodestra: solo ora Gasparri e La Russa s'accorgono che "so' froci?"» scrive polemicamente Piercamillo Falasca, sul webmagazine dell'associazione presieduta dal deputato di Fli Benedetto Della Vedova, replicando alle critiche degli ex colonnelli di An.

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