Berlusconi chiama la piazza Sarà un corteo anti-Mirabello
Una situazione di stallo dalla quale sembra al momento difficile trovare una via d'uscita. Anche se la Lega continua a invocare le elezioni ai vertici del Pdl prevale la cautela e la linea, ribadita ieri al vertice a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e i maggiorenti del partito (coordinatori, capigruppo e una schiera di ministri), è di andare avanti con la legislatura verificando in Parlamento la tenuta della maggioranza. Sarà quindi sui cinque punti programmatici che si misureranno le reali intenzioni dei finiani, cioè se intendono sostenere il governo o assumersi la responsabilità di aprire una crisi. Ed è questo il punto su cui Berlusconi è stato chiaro con i suoi: in nessun modo il Pdl deve provocare la fine anticipata della legislatura. Se questa ci sarà dovranno essere i finiani a determinarla. Nel frattempo deve partire un'azione volta a rendere visibile che non c'è più un arbitro super partes alla presidenza della Camera. Questo il significato della richiesta di un incontro con il presidente della Repubblica annunciato, ma non ancora inoltrato, da Berlusconi e Bossi al termine del vertice di lunedì notte. Deve essere chiaro, si è detto ad Arcore nell'incontro di ieri pomeriggio, che non si possono pretendere le dimissioni di Fini dalla presidenza della Camera giacchè tutti sanno bene che non c'è la possibilità di una mozione di sfiducia per la terza carica dello Stato. L'obiettivo è di mettere in evidenza la contraddizione tra il ruolo super partes che dovrebbe avere il presidente della Camera e quello che invece sta facendo Fini. In sostanza, rendere partecipe il presidente Napolitano della difficile situazione istituzionale che si è creata. «Fini ci insulta ogni giorno, non può continuare a presiedere la Camera» si è sfogato Berlusconi con i suoi. La Russa, a vertice finito, ha spiegato che «Berlusconi andrà al Colle per rappresentare le nostre difficoltà. Cioè che Fini svolge un ruolo fortemente politico, incompatibile con la carica di presidente della Camera». Berlusconi ha chiesto ai suoi di impegnarsi direttamente, ed è ciò che farà lui stesso, per «far sapere alla gente come stanno le cose». E l'appuntamento ad hoc per lanciare questo messaggio sarà la Festa del Pdl a Milano con l'intervento del premier nella giornata di chiusura il 3 ottobre. La Festa potrebbe essere la «contro-Mirabello», una grande manifestazione a sostegno di Berlusconi. Intanto si sta studiando un documento che dovrebbe essere presentato all'ufficio di presidenza convocato per oggi, in cui inserire il criterio di incompatibilità degli incarichi dei parlamentari di Fli nel partito. La linea di attacco non è condivisa da tutti nel Pdl. L'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu, intervenendo alla Festa del Pd a Torino ha criticato apertamente la decisione di tirare in ballo il presidente Napolitano. «Non si vedono le infrazioni costituzionali né di tipo regolamentare che possono motivare formalmente la richiesta di dimissioni di Fini» ha detto Pisanu che ha sollecitato una maggiore «cautela» anche se le posizioni di Fini «sono criticabili e censurabili come si vuole». Come dire che è meglio non tirare troppo la corda e essere consapevoli dei «limiti costituzionali della vicenda». Pisanu ha suggerito cautela anche nell'abbracciare la linea di Bossi. «Non è detto che se vince Bossi vinca l'Italia». Sarà comunque l'ufficio di presidenza del Pdl a decidere le prossime mosse. Dovrebbe essere fatta chiarezza sugli incarichi territoriali di esponenti del Pdl che hanno aderito al gruppo parlamentare di Fli.