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«Gianfry vero statista». «No, voltagabbana»

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Ilgiorno dopo il discorso di Mirabello, la casa virtuale dei finiani, GenerazioneItalia.it, è tempestata dai commenti alle parole del presidente della Camera. E le opinioni si dividono. «Finalmente un discorso da politico e non da piazzista di aspirapolvere!!!» esulta Nico. Ma Carlo raffredda subito gli animi: la verità è che «la montagna ha partorito il classico topolino». Gli animi si scaldano: «Chi dissente da Fini ha un proprio cervello o gliel'ha subappaltato Capezzone?», tuona Davide. Ma non bloccano le critiche. «Le scelte di Fini sono puramente personali», attacca Bene. Il leader di Futuro e libertà è «incoerente», uno che «cambia pelle» in base alla convenienza del momento, osserva deluso Alessandro. E Carlo rincara la dose: «Lascia la sedia di Montecitorio se hai un minimo di etica morale», dice rivolgendosi idealmente a Gianfranco. Le lodi non mancano. «Ancora una volta Fini non mi ha deluso»; un «leader coraggioso» di una destra finalmente «moderna» per Francesco e Antonio. Colpisce l'antiberlusconismo sbandierato da molti simpatizzanti finiani. Karl fa la sua analisi sociologica sugli elettori di «Silvio», «a maggioranza casalinghe e pensionati». Peggio: «Amebe col cervello intasato dalla tv». E allora giù duro con i processi. Flavio, ad esempio, si dice «deluso» per l'evocazione del Lodo Alfano e in molti evocano un ddl anticorruzione. I critici rispondono con altrettanta foga. Fini è «un ipocrita» all'ennesima potenza, scrive Giovanni. Ciro ricorda le elezioni a sindaco di Roma del 1993: fu Berlusconi a «sdoganare» l'allora leader della Fiamma. E spuntano i nostalgici. «A quest'ora Almirante si starà rivoltando nella tomba», immagina Rosario. Perché, aggiunge Marco, Fini ha venduto «pezzo dopo pezzo il patrimonio ideale e programmatico del partito». Fra. Alf.

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