Gianfranco farà il Giro d'Italia
Gianfranco Fini si prepara al giro d'Italia. Lo annuncerà, o lo farà capire, nel discorso di oggi pomeriggio a Mirabello. Un vero e proprio tour elettorale che nei prossimi mesi dovrebbe portarlo in varie città per illustrare il suo progetto politico di un altro centrodestra quello che nella sua testa – e nelle sue speranze – dovrebbe nascere dalle ceneri del berlusconismo. Questo per far capire al Cavaliere che non ha alcuna intenzione di rientrare nel Pdl. Anzi. D'ora in poi l'ex leader di An pretende di essere trattato come un alleato della coalizione di maggioranza, sullo stesso piano di Umberto Bossi. E nei vertici a palazzo Grazioli, è il suo ragionamento, ora dovrà essere invitato anche lui. Per decidere, con pari dignità rispetto alla Lega. Messi questi paletti il presidente della Camera nel discorso alla Festa di Futuro e Libertà cercherà comunque di essere il più conciliante possibile con il Cavaliere. Spiegherà – parlando principalmente ai pasdaran del suo gruppo, Bocchino, Briguglio, Granata – che Fli è e resta nel centrodestra e che continuerà a dare il suo sostegno al governo fedelmente senza fargli mancare i voti. Specialmente ora che Berlusconi ha tolto di mezzo il processo breve. Una decisione che Fini vuole leggere come un suo successo personale, una medaglia da appuntarsi sul petto nella sua personale crociata contro il premier. E ora, spazzato via anche questo ultimo appiglio per i più agguerriti dentro Futuro e Libertà, non ci sarà alcun problema a votare la fiducia sui cinque punti sui quali il presidente del Consiglio vuole incassare il sì della maggioranza. Fini ha chiaro che in questo momento andare al voto non conviene neppure a lui, così si prepara a una lunga guerra di logoramento al premier. Per questo partirà con il suo tour elettorale nel quale parlerà dei temi a cui si è affezionato e sui quali vuole mettersi in contrapposizione con Berlusconi: un federalismo più solidale, una riforma fiscale che vada incontro alle famiglie, una riforma totale della giustizia, l'elenco delle cose promesse dal governo e non fatte. Punzecchiature, proclami. Ma ovviamente oggi a Mirabello non arriverà alcuna risposta ufficiale alle tante domande sui misteri della casa di Montecarlo in cui vive il fratello della sua compagna Elisabetta Tulliani. Fini preferisce concentrarsi sulla politica, come ha fatto ieri intervenendo alla festa dell'Api di Rutelli a Labro, un paese in provincia di Rieti. Dove ha ricevuto la seconda «proposta indecente» dopo quella della Bindi. Stavolta è stato Bruno Tabacci a lusingarlo con un «siamo consapevoli che faremo cose insieme». Abbronzato, rilassato, in completo chiaro a righine, il presidente della Camera ha rilanciato la necessità di fare le riforme – «di cui si parla da vent'anni ma poi non si fanno mai» – di maggior rispetto verso chi non la pensa allo stesso modo – «in politica non ci sono nemici ma avversari» – dell'Italia del futuro in cui bisognerà porsi il problema della cittadinanza anche per coloro che arrivano da altri Paesi. Un discorso alla fine «neutro» che però ha entusiasmato la platea. Ovviamente in chiave anti-Berlusconi, visto che un gruppetto gli ha urlato più volte «Gianfranco mandalo a casa». Ma non sono mancate neppure le contestazioni. Prima del suo intervento alcune persone hanno alzato dei cartelli con scritto «Fini sei come Di Pietro» e «Fini traditore». E una signora, mentre il presidente della Camera stava risalendo in macchina, gli ha urlato «ci hai traditi». «Macché, macché» ha risposto infastidito il presidente della Camera.