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Draghi e Passera uniti "Copiamo la Merkel"

Mario Draghi

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Se l'Italia vuole crescere di più e diventare competitiva deve far proprio il «modello Germania». All'indomani della sollecitazione lanciata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sul rapido varo di una «seria politica industriale nel quadro europeo», ieri è stato il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi a esprimere preoccupazione per l'andamento a rilento dell'economia italiana. Il Capo dello Stato aveva sottolineato che «l'Italia se tutto va bene cresce dell'1,1%, sotto la Francia, e non parliamo della Germania...». Ed è proprio alla politica economica della Merkel che, secondo Draghi, l'Italia deve guardare per consolidare la «ripresa che c'è, ma è debole» tant'è che non si può andare oltre «un cautissimo ottimismo». Il Governatore, ieri a Seul per partecipare in veste di presidente del Financial Stability Board, vede un'Eurolandia a due velocità con Berlino protagonista e «con i Paesi del Sud più lenti del Nord». L'Italia ha quindi una sola strada da seguire per «diventare produttiva e competitiva: seguire l'esempio della Germania». Questo vuol dire affrontare quelle riforme che sono state fortemente volute dal Cancelliere Angela Merkel, ad esempio, in materia di lavoro e fisco, che hanno dato la spinta alla ripresa economica tornata a crescere a gran ritmo nell'ultimo trimestre. Draghi delinea uno scenario in cui i Paesi dell'area dell'euro beneficiano «della domanda mondiale» e la ripresa «comincia a essere sostenuta dalla crescita dei consumi e degli investimenti in Germania, ma è una crescita che nel resto di Eurolandia non è sostenuta ed equilibrata». Un elemento positivo «è dato dalla bassa inflazione, le cui aspettative sono ancorate al livello più basso degli ultimi cinque anni». La congiuntura è però «fragile, esposta ai rischi che riguardano la domanda mondiale, in particolare, provenienti dall'economia Usa e da un possibile rallentamento della Cina». Altre insidie sono da individuare «nei mercati finanziari fragili, con la grande volatilità dei mercati azionari e degli spread che continuano a essere alti su alcuni Paesi di Eurolandia». In breve, «è una ripresa differenziata, con la Germania che cresce molto, però la ripresa c'è» e c'è «una probabilità che si confermi comunque su scala globale, anche se non è uniforme: in alcune parti del mondo, per esempio in Cina, è forte ma in altre parti non è così», mentre sono da tenere anche in considerazione «il ritiro delle misure di stimolo» messe in campo dai governi contro la crisi. Le parole di Draghi sono state rilanciate dall'amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera. Parlando al Workshop di Cernobbio, anche lui ha detto che «la ripresa c'è ma c'è anche molta incertezza. E forse questa ripresa in alcune parti del mondo come in Europa non è sufficientemente diffusa». Anche Passera è dell'idea che occorre seguire il modello della Germania. E quanto alle difficoltà in cui si trovano gli Stati Uniti per il manager «non bisogna fare gli stessi errori». Passera è tornato a chiedere misure di stimolo alla crescita dell'economia, «che non sono in alternativa all'austerità fiscale, ma devono essere gestite in contemporanea». Poi si è detto convinto che «non vi siano rischi di una doppia recessione».

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