Adesso è Bersani ad aver paura ha un concorrente in più.
{{IMG_SX}}Chissà cosa diranno i sondaggisti? Certamente gli effetti del discorso di Fini a Mirabello li attendono soprattutto i suoi fedelissimi perché, forse ha ragione Bersani, è cominciato il gioco del cerino. Nessuno vuole essere accusato di favorire le elezioni anticipate, ma tutti pensano che alla fine saranno inevitabili. E tutti vogliono conoscere il proprio peso elettorale. Ma un dubbio serpeggia nell'opposizione e non da ieri. Fini toglierà voti solo a Berlusconi? La divisione del Pdl porterà solo a una spartizione dei consensi conquistati alle ultime politiche? Non è un mistero che Fini piace tanto a sinistra, soprattutto a quegli elettori che non hanno nel proprio dna l'antifascismo militante e che non potranno mai dimenticare che il presidente della Camera è stato il successore di Almirante, il capo del Msi. Insomma un nemico storico. Ma di acqua sotto i ponti ne è passata. Eppoi a Mirabello Fini ha parlato come un grande leader della Prima Repubblica, capace di catturare consensi, capace cioè di essere convincente. Un discorso di Destra, ci ripeteva in modo ossessivo un vecchio militante missino. Già con la differenza che gli unici bersagli polemici sono stati i dirigenti del Pdl e il capo del partito, Silvio Berlusconi. E Fini lo ha fatto con una capacità oratoria e anche con una passionalità retorica di gran lunga più vitale di tanti discorsi degli attuali capi del Pd. Degli avversari istituzionali del Premier. Il fatto è che Fini sa fare i comizi, sa strappare applausi. Diciamo la verità, soprattutto a sinistra. È vero che ha ripetuto che sosterrà il governo, è vero che ha citato miti della Destra, che ha rivendicato la storia della Destra. Ma, parafrasando Moretti, ha detto qualcosa di Destra? Difficile rispondere in modo positivo. Se togliamo slogan e altro, ha rivendicato con forza politiche per la famiglia, togliendo il lavoro a Casini, ha chiamato in causa i sindacati «rappresentanti dei lavoratori» invitandoli a partecipare alle politiche economiche e per l'occupazione (il Pd ancora sta decidendo se tifare Marchionne o la Fiat). E l'appello ai giovani disoccupati, al lavoro precario, alle basse retribuzioni? E i richiami alla scuola, agli insegnanti, ai tagli alla cultura? E la critica alla scure di Tremonti? Gli accenni alla legalità? Non sono i temi che dovrebbero essere propri della sinistra? Sicuramente sì. Però Fini riesce ad esprimisrsi in modo più convincente, insomma è più diretto dei tanti dirigenti della sinistra. In fondo, con buona pace di Bersani, è più laeder dell'attuale segretario del Pd. Parla meglio, è più vivo, vivace, combattente. Inoltre se chiedete in giro chi è il principale nemico di Berlusconi c'è da scommettere che elettori di destra o di sinistra indicheranno proprio l'ex leader di An. Ora al posto di Bersani ci preoccuperemmo un po'. La sinistra ha vinto le elezioni quando è riuscita a convogliare tutti gli antiberlusconiani. È stato l'unico collante per tenere in piedi improponibili alleanze elettorali. Alleanze che si sono sfaldate nel governare, ma dalle urne sono state premiate. Questo i democratici lo sanno bene. È sicuramente vero che Fini rappresenta un problema per Berlusconi e il Pdl. Sta facendo traballare una maggioranza che sembrava di ferro. Ma adesso sta mettendo in crisi anche l'opposizione. Non c'è nessuno che possa pensare che l'accoppiata Di Pietro-Bersani batta l'attuale maggioranza. E l'eventuale alleanza con Casini appare e scompare a giorni alterni. La novità degli ultimi mesi è rappresentata proprio da Fini. In caso di voto anticipato sarà nuovamente alleato del Cavaliere? No, farà la sua corsa, verso dove e con quali risultati è tutto da verificare. È certo, però, sarà lui l'anti, sarà lui l'avversario. E i voti dove li prenderà? Certamente da chi da sempre è antagonista del Cavaliere. Insomma li prenderà al Pd. C'è da scommetterci che da oggi Bersani avrà un avversario in più. Avrà un timore in più. Fini i voti li prenderà da lui. In fondo chi è il più antiberlusconiano?