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Il primo alleato di Fli: la Bindi

Rosy Bindi a Cortinaincontra

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Un primo alleato «ufficiale» per il suo nuovo partito Gianfranco Fini lo ha già trovato: Rosy Bindi Mentre tutti gli altri leader di una possibile «ammucchiata» contro Berlusconi (Casini e Rutelli) fanno a gara per nascondere le carte, la presidentessa del Pd ha rivelato la sua strategia: «Se Berlusconi e la Lega dovessero portare il Paese alle terze elezioni in sei anni, allora noi proporremo al Fli un'alleanza per la democrazia». «Noi staremo con tutti coloro che sono disponibili a salvare questa Costituzione – ha continuato Rosy Bindi parlando durante la trasmissione «Iceberg» su Telelombardia – Dopo le parole di Farefuturo sul killeraggio del berlusconismo che cosa aspettiamo da domenica se non la rottura definitiva?». Un pronostico che in definitiva «sposa» il messaggio che Gianfranco Fini sta facendo passare attraverso i suoi uomini: a Mirabello non ci sarà alcun annuncio di un nuovo partito ma prenderà corpo la strategia del «logoramento» a Berlusconi che dovrebbe portarlo, alla fine, a rompere con il presidente della Camera. E se questo dovesse succedere Gianfranco Fini ha già la sua corteggiatrice. Alla quale piacerebbe tanto portare Futuro e Libertà nel nuovo Ulivo proposto da Pierluigi Bersani. «Noi diciamo che anche l'Udc debba entrare in questa nuova forza, si è aperta una possibilità di prospettiva e incontro per costruire una alternativa di governo – ha spiegato Rosy Bindi – Sulle elezioni Berlusconi bluffa, ha paura delle elezioni, le minaccia perché vuole gli "accordicchi" nella sua maggioranza. Il presidente del consiglio sa che non vincerebbe. Bene che gli vada non avrà mai una maggioranza al Senato e, comunque vada, vinceremo noi perché abbiamo tutte le carte in regola per vincere». Ma più che pensare alla vittoria la presidentessa del Pd ha dovuto fare i conti con le reazioni alle sue parole. Reazioni tutte negative, sia nel Pd sia tra gli stessi finiani. Tanto che nel pomeriggio è stata costretta a dare una «raddrizzata» al suo pensiero: «Ieri sera intervistata da Telelombardia ho ripetuto cose già dette in altre occasioni in queste settimane. Ho spiegato che se Berlusconi cerca la prova di forza con il voto anticipato e se ci sarà un attacco alla Costituzione, noi chiederemo a tutti di difendere la Costituzione e la democrazia. Non ho proposto né alleanze con Fini, né ammucchiate. Del resto, non fu un'ammucchiata quella dei cittadini che vinsero nel 2006 il referendum sulla Costituzione». Una specie di marcia indietro che però non ha convinto nessuno. E in particolare i suoi colleghi di partito. Persino il segretario del Pd Pierluigi Bersani, intervenendo ieri alla festa dell'Api di Rutelli, è rimasto tiepido: «Se volete avere informazioni chiare riferitevi a quello che ho scritto – ha risposto a Giovanni Floris che lo stava intervistando – Su questo siamo tutti d'accordo: c'è il nuovo Ulivo e c'è una proposta larga per le regole del gioco, dopodiché in caso di emergenza le proposte possono collegarsi». Decisamente innervosita dalla proposta di Rosy Bindi tutta l'area dei centristi del partito Democratico. «Esiste un limite politico e culturale invalicabile, oltre al quale non possiamo andare – è il commento degli ex Popolari – Un'alleanza elettorale con Futuro e Libertà sarebbe incomprensibile ai nostri elettori ed estranea ai nostri valori. Serve coerenza». «Non c'è dubbio che il Pd deve aprire i suoi confini, cercare alleanze e formare coalizioni che siano però omogenee, con forze politiche che condividono valori e culture di una politica riformatrice – concludono – Certamente lontani da chi come Fini è stato ed è socio fondatore del Pdl, alleato di Berlusconi e sostenitore di governi nefasti per il Paese». Contrario anche Giorgio Merlo: «Vorrei sommessamente dire al presidente Bindi che nel costruire le alleanze politiche ed elettorali i valori non sono una variabile indipendente. Chi, come Futuro e libertà, sostiene di essere profondamente ancorato ai valori della destra, come può essere semplicisticamente compatibile con una coalizione che si proclama riformista, progressista e democratica?». Cauta anche Linda Lanzillotta, ex deputata del partito Democratico che poi ha seguito Francesco Rutelli nell'Api. «Molte delle cose che hanno detto i finiani mi trovano d'accordo, ma non basta litigare con Berlusconi per ritrovarsi nello stesso progetto politico». «Quando sento Fini che, dopo essere stato cacciato da Berlusconi, dice che il Pdl non rispetta pluralismo e legalità, io sono d'accordo – ha concluso – Ma dobbiamo andare più a fondo. Per adesso, si può dire che ci sono molti punti che uniscono un'area liberal democratica del Paese». E, per il momento, restano sulla difensiva anche i finiani più favorevoli alla rottura con il Pdl, come Italo Bocchino e Enzo Raisi. «Noi siamo politicamente e culturalmente ancorati al centrodestra – è il commento del capogruppo di Fli alla Camera – Noi siamo e restiamo nel centrodestra e vogliamo portare avanti il programma. Non ci sono ragioni per elezioni anticipate e non ci sono ragioni politiche e culturali per alleanze di Futuro e libertà con la sinistra».  

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