Rivoluzione contro Marchionne
{{IMG_SX}}La Fiom non molla e il suo esponente più duro, Giorgio Cremaschi, annuncia battaglia e lotta fino in fondo per contrastare la linea dell’ad della Fiat, Sergio Marchionne. Nella manifestazione del 16 ottobre a Roma, afferma, «farò appello a tutto il popolo contrario a Marchionne. L’ad rappresenta l’estrema destra di Berlusconi». «A ottobre con una grande manifestazione, chiameremo il popolo in piazza contro Marchionne. Lotteremo contro la sua linea fino in fondo. L'ad della Fiat è l'estrema destra di Berlusconi. C'è un filo rosso che lo lega al premier e al ministro Tremonti. Non vogliono rispettare la Costituzione, la magistratura e lo Statuto dei lavoratori che considerano un lusso impossibile da mantenere». Spunta fuoco Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, il sindacato che ha detto no al riforma della contrattazione e un doppio no alla soluzione della newco definita dalla Fiat per Pomigliano. Cosa cambia per Melfi e in generale nella trattativa per modificare il contratto dei metalmeccanici dopo il disco di Marchionne? «Trattativa? Per noi non c'è nessuna trattativa. Dopo le parole dell'ad della Fiat la situazione cambia in peggio». Peggio? In che senso? «Quello di Marchionne è stato un discorso pessimo, da padrone delle ferriere dell'800 mascherato con il linguaggio della globalizzazione, retrogado e arrogante. È emerso chiaramente che non intende rispettare le sentenze della magistratura». Non le sembra di esagerare? «Tutt'altro. Marchionne ha preso la guida delle posizioni più oltranzistre della Confindustria. Le decisioni che ha preso su Pomigliano e su Melfi rappresentano una accelerazione dello smantellamento del contratto nazionale. L'amministratore delegato della Fiat davvero è l'estrema destra di Berlusconi». Eppure la Cgil, dopo aver sentito Marchionne, ha detto di essere aperta al dialogo... «Non c'è nessuna apertura, è solo linguaggio mediatico. Non c'è niente, con quel discorso c'è solo il conflitto. In questa situazione la parola dialogo è ipocrita. C'è un padrone autoritario che dice che sta producendo in realtà la Fiat è in regressione, perde competitività in Europa. E la colpa non è dei lavoratori ma dell'assenza di innovazione tecnologica. Fiat non investe nulla in innovazione. Guardate cosa succede nel resto dell'Europa. La Wolkswaghen, dove un operaio con 35 ore settimanali guadagna 2.800 euro, guadagna quote di mercato. Invece Marchionne cosa fa? Vuole inseguire l'Albania, le condizioni di lavoro dei cinesi, ma così non si va da nessuna parte». Eppure negli Stati Uniti, Obama ha accolto Marchionne come un salvatore e gli operai della Chrysler sono entusiasti. «Quella della Chrysler è una storia diversa, era una società praticamente fallita. E poi non va dimenticato che ha ricevuto 8 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici. Quanto agli elogi di Obama, bè...Obama è in difficoltà rischia di non essere reletto». La Fiat ha un piano di investimenti per 20 miliardi, non sono pochi. «Quando li vedremo...per ora è tutta aria fritta. Nessuno ci ha mostrato un piano dettagliato di investimenti. Ma perché nessuno chiede a Marchionne quando arriveranno questi investimenti, che tempi ci sono. Finora Marchionne ha presentato un piano che sembra quello dell'Unione Sovietica». A Pomigliano dovrebbe partire la produzione della nuova Panda, sindacati, o meglio Fiom permettendo. Come la mettete, la ostacolerete? «La Panda è un modello che non ha futuro, non si vince la competizione in Europa con la Panda. Marchionne sta perdendo la campagna di mercato in Europa. Nell'ultimo anno le quote di mercato sono scese e non per colpa degli operai ma per mancanza di nuovi modelli. Invece di chiedere agli operai sacrifici perché Fiat non investe? Marchionne si è aumentato lo stipendio ma ha tagliato quello dei lavoratori». Avete intenzione di ostacolare la produzione della nuova Panda a Pomigliano? «Se c'è qualcuno che la ostacola è Marchionne stesso che viola lo Statuto dei lavoratori. Noi consideriamo illegale la newco di Pomigliano. Marchionne deve tornare indietro e noi contrasteremo questo processo». Come? «Innanzitutto il 16 ottobre ci sarà una grande manifestazione a Roma dove faremo un appello a tutto il popolo contrario a Marchionne che è numeroso. Il discorso di Marchionne è per noi come una dichiarazione di guerra e noi lotteremo fino in fondo e faremo tutti i passi necessari per far fallire la sua linea».