Il governo in campo per Sakineh

Ilministro degli Esteri Franco Frattini, dopo aver definito «orrende» le affermazioni di un giornale iraniano sulla premiere dame di Francia, Carla Bruni, insieme a Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità ha lanciato un appello al governo di Teheran: «Per questa giovane donna condannata a morte per lapidazione noi chiediamo con forza alle autorità iraniane un atto di clemenza, e quindi il rispetto fondamentale del diritto alla vita di questa ragazza imprigionata», ha dichiarato Frattini. «Non possiamo accettare - ha sottolineato Mara Carfagna - che questa giovane donna venga condannata a morte per una visione che non rispetta i diritti umani fondamentali. Per questa ragione esporremo sulla facciata di un palazzo del governo il volto di Sakineh, nella speranza che le sia risparmiata la vita e quindi questo sarà il simbolo della nostra battaglia». Anche Renata Polverini gioca le sue carte. Il presidente della Regione Lazio incontrerà nei prossimi giorni l'ambasciatore iraniano in Italia, Seyed Mohammad Ali Hosseini. L'incontro avverrà presso la sede della Regione Lazio e sarà anche l'occasione per sensibilizzare il governo iraniano affinchè si eviti la condanna alla lapidazione inflitta alla giovane Sakineh, per la quale la Regione si è mobilitata attraverso un appello, lanciato attraverso il proprio sito internet, «Salviamo Sakineh». Solidale con la premiere dame francese anche la senatrice del Pd Emanuela Baio: «Carla Bruni non ha bisogno della nostra difesa, ma le parole a volte sono come pietre. Sembra impossibile che nel 2010 in un Paese del mondo si usi ancora una pratica atroce, disumana e immorale come la morte per lapidazione. Tutte le donne e tutti gli uomini occidentali hanno il dovere di far sentire la loro voce pacata ma ferma. È giusto, è un dovere difendere Sakineh, una donna che rischia di essere lapidata. È importante che si alzino voci contro la violazione sistematica dei diritti umani, perché quello che accade in Iran è una vergogna internazionale».