Gianfranco cavalca l'onda e prepara il futuro di Fli

Il presidente della Camera un simbolo già ce l’ha ed è nella foto qui a fianco. Un’onda tricolore. E così mentre i suoi continuano a domandarsi se, alla fine, Futuro e Libertà diventerà un partito, lui va oltre. Lui pensa ai temi, ai contenuti e prepara la strategia nel caso in cui Bossi e Berlusconi volessero elezioni anticipate: puntare tutto su futuro e Italia. Il messaggio è chiaro e il presidente della Camera lo lancerà dal palco di Mirabello domenica prossima durante il discorso conclusivo della storica Festa del Tricolore. Un discorso nel quale Gianfranco Fini calcherà la mano su quelli che diventeranno i due cavalli di battaglia di Fli: futuro e Italia. Un momento per raccontare ai quasi 10 mila iscritti di Generazione Italia e ai più di mille amministratori locali che hanno aderito all'appello «io sto con Fini» quale sarà il profilo politico e programmatico di Futuro e Libertà.   Ma per arrivare anche là dove le parole non arrivano i finiani hanno fatto in modo che anche le coreografie che accompagneranno i momenti più importanti della sei giorni di Mirabello diventino portatrici di un significato. E così ecco che proprio quando il presidente della Camera, alle ore 18 di domenica prossima, salirà sul palco, alle sue spalle ci sarà un fondale che racchiuderà due stelle polari della nuova strategia finiana. Non poteva quindi mancare un'onda tricolore che, negli intenti dei finiani, oltre a raffigurare i colori della nostra Nazione, rappresenta una forza che unisce e cresce sempre di più: l'Italia. Ma anche il movimento dell'onda ha un significato. Infatti la forma a «doppia v» è espressione del secondo cavallo di battaglia di Fini: il Web. Quell'internet al quale Fini ha più volte dichiarato di voler dedicare il premio Nobel per la pace e che, nello specifico, simboleggia la modernità e il futuro ovvero la vera forza di Generazione Italia e di tutto l'universo finiano. Tutto quindi sembra essere pronto. Un leader c'è, un gruppo parlamentare anche e soprattutto sembrano esserci i sostenitori, ora basta capire quando Futuro e Libertà intenderà mettersi in proprio.   Il 23 agosto scorso il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino, sembrava avere le idee chiare («con l'espulsione di Gianfranco Fini dal Pdl, l'ex leader di An ha il dovere di fondare un nuovo soggetto politico, per rispettare il patto con gli elettori»), ma appena tre giorni dopo lo stesso Bocchino si fa meno categorico, smentendo che il presidente Fini voglia utilizzare il palco della festa del Tricolore di Mirabello per lanciare il nuovo partito: «Non è in programma l'annuncio di nessun partito, settembre sarà un mese delicato ed è bene non ci siano scatti o strappi da parte di nessuno». Nessuno strappo quindi, almeno per settembre e infatti gli occhi del mondo politico non sono solo puntati su domenica prossima, ma al 6 e 7 novembre quando l'attuale presidente della Camera, se le cose non dovessero degenerare prima, incontrerà tutti i finiani d'Italia a Perugia per la prima Convention nazionale di Generazione Italia dove Futuro e Libertà potrebbe nascere ufficialmente come partito. A raccontare tempi, modi e profilo del nuovo soggetto politico è uno dei finiani più vicini al presidente della Camera, che spiega: «Un mese fa è stato creato a questo scopo un coordinamento affidato ad Adolfo Urso» che, tra l'altro, a quanto si dice, dovrebbe divenirne il segretario.   «Il partito - continua il parlamentare finiano - viene immaginato come un soggetto politico per metà tradizionale, come era An, e per metà alla Obama, cioè fortemente attivo on-line, sfruttando il bacino elettorale che fa capo a Generazione Italia passando da Italo Bocchino e da Carmelo Briguglio, e poi da Azione nazionale, che è un'associazione che fa capo a Menia e dovrebbe raccogliere gli ex An, quindi con una coloritura un po' nostalgica perché pesca consensi a destra, e poi da Farefuturo e dal Secolo d'Italia, che è un altro bacino, e infine dai due gruppi parlamentari di Fli guidati da Italo Bocchino e Pasquale Viespoli». Per ora comunque tutto questo, a sentire i finiani, è fantapolitica. Loro ad andarsene dal Pdl non ci pensano proprio tanto che, pur rivendicando la possibilità di critica verso le proposte del partito, hanno già fatto sapere che voteranno la fiducia al testo programmatico sul quale il governo chiederà la fiducia nelle prossime settimane.