Montezemolo snobba le sferzate di Marchionne
Non una parola, un accenno anche di striscio, nulla. Il sito Italia Futura di Luca di Montezemolo tace sul discorso dell'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. Un silenzio singolare, difficile da giustificare con la pausa estiva, dal momento che il sito non ha perso una battuta del dibattito politico di luglio e agosto su cui è intervenuto in modo pungente e puntuale. Ma se Italia Futura coglie al volo ogni spunto per rampognare la classe dirigente «in larga parte anemica, risultato di annacquamenti di generazioni di figli d'arte senza qualità e mordente» e sentenzia che siamo in «un Paese immobile come le sue classi dirigenti», appare strano che si sia lasciato sfuggire il discorso di Marchionne. L'amministratore delegato della Fiat non ha risparmiato fendenti alla politica e a quella parte del sindacato ancorato a un vecchio meccanismo di relazioni industriali, ha puntato l'indice contro quello che è il morbo italiano, la paura del cambiamento. Tutti temi che ritroviamo negli interventi di Montezemolo come presidente della Confindustria ma anche successivamente. Temi che fanno parte del Dna del mondo imprenditoriale ma che inspiegabilmente questa volta non hanno suscitato nessuna reazione da parte dell'ex presidente della Fiat. Il silenzio di Italia Futura è stato raddoppiato da quello in prima persona. Mentre scendevano in campo i colossi dell'industria pubblica (Scaroni dell'Eni è stato tra i primi a rilanciare le parole di Marchionne) Montezemolo taceva. Il manifesto del sito sciorina i temi nei quali, secondo il presidente della Ferrari, dovrebbero riconoscersi quanti ne hanno abbastanza dell'attuale classe dirigente e aspirano al nuovo: la cultura del merito e della competenza che ora «suscitano più diffidenza che ammirazione»; il rifiuto dell'immobilismo e la sfida del cambiamento («Le scelte o le non scelte di oggi le pagheremo tra dieci anni» si legge nella home page). Ma allora perchè non una parola sull'intervento di Marchionne a Rimini, un discorso dal taglio fortemente politico ma fatto da chi non ha ambizioni politiche? Forse Montezemolo ha voluto marcare la distanza, non dai contenuti ma dalle finalità. Marchionne parla da manager di un grande gruppo che si trova a doversi confrontare nel Paese dove la Fiat ha le sue radici, con una cultura ostile al cambiamento e che conserva ancora i germi di un conservatorismo belligerante. Ma quello di Marchionne è e resta il discorso di un manager. Diversa la prospettiva in cui si muove ora Montezemolo che vuole porsi come il punto di riferimento di un «partito del cambiamento». E con questo obiettivo non avrebbe interesse a mettersi nel solco di Marchionne, anzi con il silenzio sembra quasi volersi collocare su un altro piano. Una foto estiva ritrae il presidente della Ferrari in barca con l'amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera. Anche una semplice uscita in mare, quando i protagonisti sono personaggi di quel calibro, non è casuale. Passera da tempo usa un linguaggio più da politico che da banchiere. Come si dice: a pensare male si fa peccato ma di solito ci si azzecca.