«Sono timido.
Esordiscecosì Roberto Maroni, intervenendo a Rimini con la precisa volontà di rivendicare la politica del suo governo dopo le recenti polemiche sui respingimenti. La timidezza cede presto il passo alla decisione: «In tema di immigrazione il governo non solo si è sempre mosso dentro le direttive europee, ma l'accordo con la Libia ha notevolmente ridotto gli sbarchi ed è preso come modello in tutta Europa». Dopo le perplessità manifestate dal papa e le critiche di Famiglia Cristiana sulle posizioni espresse da Maroni sui respingimenti, il ministro dell'interno e le sue scelte raccolgono gli applausi del meeting di Comunione e Liberazione. Il titolare del Viminale cita proprio Ratzinger definendo l'immigrazione «un fenomeno complesso», che come tale va affrontato «con buonsenso e senza farsi condizionare dalle due opposte tifoserie» e che «non si governa solo con la sicurezza». Il messaggio è chiaro: «C'è una direttiva dell'Ue - spiega Maroni - che prevede che i cittadini europei possano stabilirsi negli Stati membri se hanno un lavoro, mezzi di sostentamento e un'assicurazione sanitaria e noi vogliamo applicarla con rigore». Per quel che riguarda il patto con la Libia che disciplina i respingimenti (lunedì si incontreranno a Roma Silvio Berlusconi e il leader libico Muammar Gheddafi in occasione del secondo anniversario della firma dell'atto) il ministro dell'Interno non ha dubbi: «È un ottimo accordo che ha risolto un'emergenza seria - spiega - Negli ultimi dodici mesi gli sbarchi sono stati 3.499, mentre nel periodo precedente furono 29.076. Quelli dalla Libia sono diminuiti da 20.665 a 403. Un risultato che è frutto di questo accordo. I respinti sono stati soltanto 850, anche se - conclude - pare che le politiche italiane sull'immigrazione siano solo i respingimenti». Alla fine, per il titolare del Viminale, saranno quattordici gli appalusi della platea ciellina che all'inizio lo impressionava. Na. Pie.