L'onorevole ha paura di perdere la pensione
C'è un partito trasversale che a dispetto di strategie politiche, interessi di partito e finanche dell'obbedienza al leader di riferimento, ha una sola priorità: i fatti propri. Il che tradotto significa arrivare al traguardo per intascare quella che è la massima ambizione per ogni parlamentare soprattutto di prima nomina: il vitalizio. Completare la legislatura significa assicurarsi il massimo dei privilegi che spettano a un parlamentare. Bastano infatti solo cinque anni per maturare il diritto alla pensione. La normativa è stata modificata nella scorsa legislatura ma continua ad essere notevolmente vantaggiosa. Le regole ora in vigore stabiliscono che per aver diritto al vitalizio occorrono 5 anni di mandato effettivo. Non si possono riscattare gli anni mancanti ma si possono cumulare quelli di più legislature. Il che significa che chi ha alle spalle un altgro mandato può stare tranquillo mentre i debuttanti si sentono vacillare la poltrona. Il vitalizio oscilla tra il 20% e il 60% dell'indennità parlamentare in base agli anni maturati. Lo stipendio di un parlamentare è di circa 12.000 euro lordi. Quindi in ballo ci sono bei soldi ai quali è difficile rinunciare. Per questo l'ipotesi di elezioni e quindi dell'interruzione della legislatura sta seminando il panico tra i parlamentari di prima nomina, circa 250 novizi che vedono messo a rischio l'ambito privilegio. A costoro non interessa la ragion politica di Berlusconi o di Bossi, non interessano i mal di pancia di Fini ma solo e unicamente il proprio futuro. Un futuro dalla prospettiva brevissima, solo un altro paio di anni, ma che ora sta diventando incerto. A temere sono soprattutto quelli che in Transatlantico vengono additati come dei «miracolati». Ovvero quei debuttanti senza alcuna esperienza politica, senza un radicamento sul territorio, senza una forza propria ma che in virtù dell'attuale legge elettorale, sono legati a filo doppio al gradimento del segretario, del leader politico. I giovanissimi soprattutto sono a rischio. Basta infatti poco per essere depennato dalle prime postazioni, quelle blindatissime, nella lista elettorale, per essere fuori. Si può veder tramontare la propria stella per motivi che nulla hanno a che vedere con la politica. Nessuno dei novizi vuole ripercorrere quei travagliati giorni in cui i nomi in lista entravano e uscivano nel giro di pochi minuti. «Chi mi assicura che in caso di nuove elezioni io non venga sostituito con la velina o stellina di turno? O con un volto telegenico?» E poi: «Ma il segretario sarà davvero rimasto contento o l'ho deluso e mi vuole sostituire?» Questi gli interrogativi che serpeggiano in Transatlantico e si moltiplicano i pettegolezzi sulle possibili nuove entree e sugli sponsor. Sono questi i giorni in cui si creano cordate, si fanno patti e alleanze, esplodono invidie e rancori. I giovanissimi si stringono attorno a quelli che considerano più forti nel partito. Mai come in questa estate c'è stato un intreccio di telefonate e le cronache sui giornali, gli scandali giudiziari, sono stati seguiti con scrupolosa attenzione. Tutti alla ricerca spasmodica di capire i nuovi equilibri. Non è un caso quindi che Berlusconi negli ultimi due vertici a Palazzo Grazioli, dai quali è uscito il documento con i cinque punti sui quali verrà chiesta la fiducia ai finiani, ha mandato un messaggio chiaro ai parlamentari del Pdl: nessuna paura, tutti confermati. Il presidente del Consiglio ha avuto sentore delle preoccupazioni che serpeggiano tra i deputati e così ha voluto rassicurarli. Qualcuno infatti potrebbe essere tentato di saltare il fosso e migrare con chi invece è contrario alle elezioni anticipate. Spostamenti di parlamentari magari andando a ingrossare il drappello dei finiani, è ciò che si teme nel Pdl. E quelli alla prima nomina sono i più fragili, i più facili da convincere. Per questo Berlusconi ha lanciato il messaggio a tutto il partito di serrare le fila, di restare compatti assicurando che non ci sarà un rimescolamento delle carte in tavola in caso di un nuovo ricorso alle urne. Ma soprattutto ha invitato tutti a partecipare alla riconquista del territorio, a partecipare a un'ennesima campagna porta a porta.